THE MONK AND THE GUN, Recensione di Rossella Pozza
(credits e sinossi da cinematografo.it)
THE MONK AND THE GUN
BHUTAN, STATI UNITI, FRANCIA, TAIWAN 2023
Sinossi: Nel 2006, il re del Buthan decide di abdicare e vengono indette le elezioni democratiche, per la prima volta nella storia. Bisogna perciò insegnare alla popolazione come si vota in un Paese i cui segnali di modernizzazione sono i televisori (a tubo catodico) che trasmettono un film di 007. Le peregrinazioni degli addetti che vanno a istruire la popolazione e dei sostenitori dei tre partiti in lizza s’intrecciano con quelle di un americano che vuole acquistare un fucile antico da un monaco, in un bizzarro percorso che mescola umorismo, armi di ogni epoca, eccentriche cerimonie religiose e acuti tocchi sociali.
SCHEDA FILM
Regia: Pawo Choyning Dorji
Attori: Tandin Wangchuk, Pema Zangmo Sherpa, Deki Lhamo, Tandin Sonam
Sceneggiatura: Pawo Choyning Dorji
Durata: 107
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
NOTE
– PRESENTATO IN CONCORSO ALLA XVIII FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2023).
Recensione di Rossella Pozza: Una vera sorpresa questo film che viene da un paese molto lontano, il Bhutan, non solo geograficamente, ma, soprattutto, dal nostro modo di vivere. Usando la chiave dell’ironia e del sarcasmo, il film è costruito facendo propria la lezione del grande Sir Alfred Hitchcock, tenendo in sospeso lo spettatore per tutta la durata, fino allo spiazzante e delizioso colpo di scena finale. Molto divertente, nella sua semplicità, la struttura drammaturgica, basata su un assunto che dovrebbe lapalissiano: la democrazia non si può istituire dall’oggi al domani in una società che per millenni non l’ha mai conosciuta, né sperimentata. La responsabile dell’ufficio elettorale nazionale che suda le proverbiali sette camicie per ottenere la registrazione nelle liste elettorali dei butanesi, piuttosto diffidenti e restii verso la novità, per convincere una cittadina le dice: “in molti paesi si lotta finanche a sacrificio della propria vita per ottenere la democrazia”, sentendosi ribattere un disarmante: “se da noi nessuno si batte per ottenerla, pensiamo che non ci serva!”. L’omaggio finale allo statunitense presente nel film (irresistibile e geniale come trovata) è uno degli sberleffi cinematografici più riusciti verso il paese che vorrebbe esportare/imporre la democrazia e che ha il poco commendevole primato di possedere più armi che cittadini.
Valutazione Sintetica: 8.5