NELLA SERATA INAUGURALE LA DIVINE CROISIÈRE DI DUVIVIER
CON LA MUSICA DI ANTONIO COPPOLA ESEGUITA DALL’OCTUOR DE FRANCE
NELLA PRIMA GIORNATA ANCHE IL WESTERN
CON HARRY CAREY DIRETTO DA JOHN FORD
Programma di sabato 7 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone
La nuova partitura musicale è stata composta da Antonio Coppola, che ha amato senza riserve questo capolavoro e dirigerà nell’accompagnamento dal vivo l’Octuor de France.
Una delle retrospettive più attese di questa edizione delle Giornate è sicuramente quella dedicata a Harry Carey che inizia al Teatro Verdi alle ore 17 con la proiezione di Hell Bent (US 1918) diretto da John Ford, che qui si firma ancora Jack Ford. Fu lo stesso regista, che era solito lavorare con lo stesso team di attori e tecnici, a definire Carey “una delle stelle più luminose nel firmamento dei primi western”. I due lavorarono assieme molte volte e soprattutto furono amici tutta la vita, e fu Carey a guidare Ford nei primi anni, come il regista dichiarò in un’intervista a Peter Bogdanovich. La caratterizzazione che Carey dette al suo personaggio più popolare, Cheyenne Harry, un tipo pericoloso ma anche simpatico, sensibile oltre che duro in una combinazione di forza e lealtà, influì senz’altro sulle caratterizzazioni degli eroi dei successivi film di Ford. La realizzazione di quei primi western era molto avventurosa: Carey ricordava che non c’erano vere e proprie sceneggiature e gran parte delle riprese erano improvvisate. Spesso si prendeva una storia e la si girava in successione in vari studios, con nuovi titoli e attori diversi. Hell Bent, pur attenendosi a una trama western piuttosto convenzionale, presenta tuttavia alcune novità come la scena iniziale del dipinto da cui si anima l’azione, e il gusto per elementi di commedia. Per anni il film fu ritenuto perduto finchè alla fine degli anni ’80 fu rinvenuta una copia nella Cineteca di Praga e oggi l’equipe della NBCUniversal ha curato il restauro in 4K che viene presentato alle Giornate.
Nel programma di sabato, alle 15.45 con The Love that Lives (US 1917), ritroviamo un autore all’epoca molto apprezzato, l’italo-americano Robert Vignola, riscoperto proprio in precedenti edizioni delle Giornate. Il film è un melodramma prodotto dalla Famous Players, la compagnia con la quale Vignola lavorò prima di passare alla più fastosa Cosmopolitan del magnate William Randolph Hearst e alla sua protetta Marion Davies. In The Love that Lives Vignola si conferma maestro nella direzione di attori, guidando la protagonista Pauline Frederick in una prestazione di grande efficacia e realismo, sia quando ricopre il ruolo di una donna vecchia e vestita di stracci sia in quello di una elegantissima e affascinante mantenuta d’alto bordo. Vignola si conferma ancora una volta attento scrutatore della complessità dell’animo umano e della condizione sociale dei personaggi.
Il film spagnolo La reina joven del 1916 che apre alle 14.30 la seconda parte della rassegna iniziata l’anno scorso sulla Ruritania, è un perfetto esempio di come la trasposizione in un immaginario Stato, preferibilmente balcanico, di situazioni politiche scottanti, potesse evitare attenzioni sgradite della censura. In Spagna sin dall’800 la questione monarchica era quanto mai viva e la vicenda della Reina Joven interpretata dalla celebre attrice catalana Margarita Xirgu (il film è prodotto dalla più prestigiosa casa cinematografica di Barcellona, la Barcinógraf, ed è diretto da Magín Murià) che si innamora di un repubblicano ma rinuncia all’amore per senso del dovere, è un classico dei drammi ruritani come gli intrighi di corte e i reggenti malvagi. Il restauro della pellicola è opera della Filmoteca Valenciana.
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