GIORNI FELICI recensione di Catello Masullo
(sinossi e credits da CINEMATOGRAFO.IT)
GIORNI FELICI
ITALIA 2023
Sinossi: Margherita è un’attrice di fama internazionale, con una carriera ricca di successi e riconoscimenti alle spalle. Vive a Roma in un appartamento ricco di ricordi, spesso in compagnia della sua agente Michela, di alcuni amici e di suo figlio Enea, musicista infelice. A breve, Margherita sarà impegnata a Los Angeles nelle riprese di un film diretto da un giovane regista americano. Improvvisamente viene colpita da problemi fisici e gli esami rivelano una grave forma di sclerosi, la SLA. Ad assisterla arriva Antonio, il suo ex compagno, regista insoddisfatto e padre di Enea. A causa della malattia, Margherita deve rinunciare al film e si ritrova in poco tempo impossibilitata a muoversi. Antonio e Margherita, che sono stati separati per tanti anni, affrontano la realtà presente, cercando di mantenere viva la dignità e l’amore che li ha uniti. E insieme decidono di scrivere il grande finale della loro vita.
Regia: Simone Petralia
Attori: Anna Galiena – Margherita, Franco Nero – Antonio, Marco Rossetti – Enea, Antonella Ponziani – Michela, Maria de Medeiros – Serena, Marcello Mazzarella – Ramiro, Bianca Nappi – Caterina
Sceneggiatura: Simone Petralia
Fotografia: Thomas Toti
Musiche: Ginevra Nervi
Montaggio: Giuliana Sarli
Scenografia: Giulia Attardi
Durata: 88
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: INTHELFILM
Distribuzione: EUROPICTURES
Data uscita: 2023-12-11
Recensione di Catello Masullo: Simone Petralia scrive e dirige un film poetico, crepuscolare e delicato. Ma anche coraggioso, nell’affrontare un tema tabù come quello del fine vita e dell’agognato diritto ad avere e volere una fine dignitosa (Anna Galiena implora Franco Nero nel film: “Spegni questa macchina. Ho paura di morire, ma questa non è vita”). Aveva bisogno di due grandi attori e li ha trovati in Anna Galiena ed in Franco Nero, ai loro vertici espressivi. Film impreziosito da raffinatezze di stile, come nell’azzeramento dell’audio al momento dell’annuncio da parte della agente alla protagonista che non potrà più prendere parte al film programmato: solo musica struggente sulla sua disperazione. Magistrale. Come la scena dei filmini della memoria come momento di addio. Da non perdere.
Curiosità, ho chiesto al regista: “in quale location avete girato? La canzone è cantata da Memo Remigi? Come avete lavorato sulle musiche, per il passato sono diverse dalle musiche per il tempo presente?”.
La risposta di Simone Petralia: ”E’ Remigi che la canta. La location voluta da mia moglie che ha curato la scenografia. Dovevamo trovare una casa che rispecchiasse quella che viveva il personaggio, con i costumi e i modi di vivere. È arrivata questa casa meravigliosa che ci ha comportato tutto un lavoro cinematografico. Dentro mancavano elementi per la casa di una attrice. Gran lavoro di arredamento. Premi compresi. Ce li hanno prestati tutti. Per le musiche è qui con noi la musicista. È stata una vera ricerca. cercavamo musiche perfette. In base anche ai miei gusti. Poi abbiamo incontrato Ginevra Nervi. Capisco che lei aveva intuito cosa servisse a questo film. Compose delle musiche ed erano perfette. “
Ginevra Nervi, autrice della colonna sonora, ha aggiunto: “sono arrivata in corsa, avevo capito che non volevamo andare a sovrastare la recitazione. Avevo il terrore di andare a mettere un over acting musicale che andava ad alterare un equilibrio perfetto. sarebbe stato un boomerang. Sonorità più soft possibile cercando di far respirare le scene ed appoggiandomi ai colori. Il dialogo con Simone è stato fantastico. Ho lavorato in ordine cronologico. Le prime note sui titoli di testa mi hanno fatto creare un fil rouge tra passato e presente. Un tema che si sviluppa in diverse gradazioni. Non avevo pensato di differenziare in modo eccessivo passato e presente. Come se si accavallassero le due linee temporali. C’è stata una distinzione per atmosfere. Per il passato tempi più lunghi e stanze più ampie”.
Frasi dal Cinema: “Mio padre diceva sempre: chi è amato non morirà mai… era l’estate del 1986, e quelli erano i nostri giorni felici”. (voce fuori campo).
“Il Cinema giapponese è un ottimo anestetico: dopo i titoli di testa ti addormenti. Li suggerirei in camera operatoria”. (Marcello Mazzarella alla cena tra amici).
“Tu non vivevi, volevi vivere come al cinema, ma nella vita reale non c’è la voce fuori campo che ti spiega come fare”. (Anna Galiena a Franco Nero).
“Che ne sarà di tutto questo? Che ne sarà dei nostri giorni felici”. (Franco Nero a Marcello Mazzarella).
Valutazione Sintetica: 7.5