Cinema, nessun passo avanti verso l’equità: solo 3 ruoli su 10 sono affidati a donne
Giulia Taviani
I dati pubblicati nel nuovo studio dell’Annenberg Inclusion Initiative dell’University of South California, sono numerosi, ma in nessun caso portano buone notizie: Hollywood in 15 anni non ha fatto passi in avanti verso l’equità. In 44 pagine di studio, di cui sei colme di grafici, la conclusione è sempre la stessa: l’industria cinematografica è – ancora – un mondo per uomini (bianchi ed etero perlopiù). Il report copre 15 anni di lavoro e analizza i 1600 film che hanno fatto record di incassi in questi anni. Di questi film, solo il 12,9% aveva un cast bilanciato. La relazione è: una donna ogni 2,17 uomini.
Il primo dato che emerge riguarda la percentuale di donne, o ragazze, presenti sul grande schermo come ruoli parlanti (coloro che hanno almeno una riga di dialogo all’interno della storia): al 2022 era il 34,6%. In crescita se si guarda al 2021 quando era del 33,1%. Ma statica se si pensa che nel 2007 era del 29,9%. Vuol dire che a Hollywood sono costati 15 anni per salire di circa 4 punti percentuali. Di questo passo serviranno altri sessant’anni prima di arrivare al 50%. Nel 2022, in particolare, su 100 top film usciti, solo il 44 di loro aveva una donna o una ragazza come protagonista o co-protagonista. E di queste, 19 appartenevano a gruppi etnici sottorappresentati, e solo cinque in cento film erano over 45. Anche a guardare dietro la macchina da presa la situazione non cambia, anzi peggiora. Secondo la ricerca, tra 1614 ruoli analizzati (dal regista, al compositore, al sceneggiatore) solo 362 erano donne, più precisamente: 10 registe (l’8,8%), 42 sceneggiatrici (il 16,3%), 300 produttrici (il 26,8%) e dieci compositrici (l’8,2%). Il secondo dato che emerge riguarda invece la regia.
Sapete cos’hanno in comune Chloé Zhao, Kathryn Bigelow e Jane Campion? Sono le uniche tre donne ad aver vinto un premio Oscar per la miglior regia dal 1929 a oggi. Nel 2010 Bigelow lo vinse per The Hurt Locker, nel 2021 Zhao per Nomadland e nel 2022 Campion per Il potere del cane. Ma nella lista delle 88 donne (di cui solo 22 nere) che dal 2007 al 2022 hanno diretto 108 film su 1600 (Olivia Wilde per esempio ne ha diretti due: La rivincita delle sfigate nel 2019 e Don’t worry darling nel 2022), ci sono anche Jodie Foster, candidata agli Oscar 2024 come miglior attrice non protagonista per Nyad – Oltre l’oceano e Greta Gerwig. Il suo Barbie quest’estate ha portato a casa il miglior incasso per un film Warner Bros dal 2008, quando è uscito Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Ad agosto aveva già raggiunto e superato quota un miliardo di dollari d’incasso in tutto il mondo.
Eppure, Gerwig – che nel 2018 era stata candidata come miglior regia per Lady Bird – quest’anno può puntare, personalmente, solo alla statuetta per la migliore sceneggiatura non originale. Non è presente nello studio perché il suo film è del 2023, e anche perché è una regista e sceneggiatrice francese, ma per dare una migliore panoramica della situazione, Justine Triet è l’unica donna presente nella lista candidati all’Oscar alla regia del 2024 grazie al suo film Anatomia di una caduta. Eppure, anche all’interno di questa categoria manca l’equità. Il 70,2% delle registe sono bianche, mentre solo il 9,8% appartengono a categorie sottorappresentate (tra cui Zhao o Jennifer Yuh Nelson, una delle prime donne ad aver diretto un film d’animazione di una delle principali compagnie di produzione, parliamo di Kung Fu Panda 2 nel 2011).
Lo studio indica anche quanti attori gender fluid ci sono stati nella storia del cinema (un compositore non-binary nel 2021, e un personaggio non-binary nel 2022), o quanti avevano delle disabilità (l’1,9%), o ancora quanti protagonisti neri sono stati scelti dal 2007 al 2022: il 20% (di cui solo il 7% erano donne). In merito a quest’ultimo punto. Lo studio precisa che nel 2022, la percentuale di ruoli sottorappresentati è stata del 38,8%. In 15 film non è comparso nemmeno un attore nero con una linea di dialogo. In 46 erano completamente assenti personaggi parlanti ispanici o latini, e in 34 non c’erano ruoli assegnati ad attori asiatici. Eppure, dal 2007 a oggi, la percentuale di personaggi parlanti bianchi è diminuita del 15,9% a favore proprio degli attori asiatici. La più grande carenza continua a riguardare il mondo Lgbtq+. Nel 2022 in 72 film, più del 60%, mancavano totalmente personaggi della comunità, mentre solo in 12, meno del 15%, avevano un ruolo da genitore.
per approfondimenti : https://www.inclusionlist.org/film