BIF&ST: BARBORA BOBULOVA: “HO PASSATO UN PERIODO DI BUIO, NANNI MORETTI MI HA RIDATO LA LUCE”
Gli incontri mattutini al Teatro Petruzzelli
BARBORA BOBULOVA: “HO PASSATO UN PERIODO DI BUIO, NANNI MORETTI MI HA RIDATO LA LUCE”
L’ospite del ciclo di incontri in corso al Teatro Petruzzelli è stata stamattina Barbora Bobulova che è intervenuta dopo la proiezione di “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti per il quale le sarà consegnato stasera il Premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista assegnato dalla giuria di critici del Bif&st 2024.
Barbora Bobulova è la migliore attrice non protagonista dell’anno, secondo la giuria di critici del Bif&st, per “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti. Il premio intitolato ad Alida Valli le sarà consegnato stasera sul palco del Teatro Petruzzelli dove intanto, stamattina, ha partecipato a un incontro che seguiva proprio la proiezione del film per la quale l’attrice aveva già vinto il Nastro d’Argento.
Dal ruolo della protagonista femminile del “film nel film” di Nanni Moretti in “Il sol dell’avvenire” si è partiti per l’incontro durante il quale ha risposto alle domande di Alberto Crespi, di Enrico Magrelli e del pubblico.
“Quando Nanni Moretti mi ha chiamato per fare il provino per il ruolo, io stavo passando un momento difficile della mia carriera durante il quale ricevevo diverse proposte che non ritenevo adatte a me, probabilmente perché ero in una fase che attraversano molte attrici giunte a una certa età. Pensate che mi fu proposto persino di interpretare una nonna! Insomma, un periodo di buio dopo il quale Nanni rappresentò la luce. Avevo già fatto due provini in passato con lui, per “Il caimano” e per “La stanza dei figlio”, e quindi non mi facevo molte illusioni. Però stavolta pensavo che quel personaggio avrei dovuto assolutamente farlo, c’erano tanti aspetti in comune con me. L’unica cosa che mi disse fu che io dovevo interpretare un’attrice un po’ rompiscatole ma simpatica. A quel punto diversi colleghi mi misero un po’ d’ansia, dicendomi di come Moretti fosse un regista che mette soggezione ma io mi sono trovata molto a mio agio con lui, mi sono sentita accudita“.
“Ricordo molto bene che la prima scena che dovevamo girare era quella in cui io e Silvio Orlando dovevamo baciarci. “Con la lingua, mi raccomando. La lingua si deve vedere!” erano le indicazioni di Nanni. Al primo ciak si vedeva quanto Orlando fosse un po’ teso ma al decimo ormai si era abituato! Con lui c’è stato poi un ottimo rapporto, non solo di complicità ma anche di sana competizione. Come si ingelosiva quando, dopo avere girato un scena, Nanni faceva i complimenti solo a me!”
Enrico Magrelli ha ricordato come Barbora Bobulova avesse debuttato nel cinema in Italia con Marco Bellocchio, da protagonista femminile di “Il principe di Homburg”.
“A quell’epoca, il 1996, vivevo a Bratislava e studiavo recitazione. Avevo iniziato a recitare a 12 anni e a 14 avevo già avuto un ruolo da protagonista in un film ceco, “Pendolari”, che fu invitato al Giffoni Film Festival. Era la mia prima volta in Italia, non capivo la lingua, mai avrei pensato che un giorno sarei diventata italiana. Ci sarei tornata qualche anno dopo per prendere parte a un film per la tv e qui fui notata dalla responsabile del casting che era la stessa di Bellocchio, al quale mi segnalò giudicando che fossi adatta per il ruolo. Mi fece quindi venire a Roma per il provino che superai”.
“Tornata a Bratislava presi la decisione di trasferirmi a Roma. Le persone con le quali lavoravo in teatro, dove avevo varie opportunità, mi dissero che se avessi cambiato idea non era scontato che mi avrebbero riaccolto a braccia aperte. Decisi di correre il rischio“.
“A Roma” – ha proseguito – “avevo una agente che si prendeva molta cura di me, mi fece un po’ da figura materna. Mi misi a studiare seriamente l’italiano e la vostra cultura. All’inizio fu un po’ dura vivere a Roma, uscivo con la gonna corta e con i miei capelli biondi e gli occhi chiari mi sentivo costantemente osservata, cosa che non capitava mai nel mio paese. Poi ho iniziato a indossare i pantaloni e a raccogliere i capelli e andò meglio”.
In Italia, Barbora Bobulova ha lavorato con tanti registi, tra i quali Carlo Lizzani (“un vero signore, sempre educato, calmo, sorridente. Mi manca molto, come mi manca Ennio Fantastichini, c’era anche lui in quel film per la televisione”), Ferzan Özpetek (“quella di “Cuore sacro” fu un’esperienza molto faticosa, avevo preso il posto di un’altra attrice e sul set ci fu parecchia tensione, ebbi diverse discussioni con Ferzan ma alla fine fui ripagata dai tanti premi vinti, tra i quali il David di Donatello”), Francesco Bruni (“all’epoca stavo con il suo aiuto regista, lessi la sceneggiatura di “Scialla!” che girava per casa e mi colpì il ruolo di Tina per il quale mi feci avanti, cosa che non mi è capitato spesso nella mia carriera“).
Nell’anno in cui hanno debuttato tante attrici italiane in veste di regista, Barbora Bobulova sarebbe interessata a dirigere un film? “Non ho questa ambizione, non saprei nemmeno dove mettere la macchina da presa, mi piace il mio lavoro e vorrei continuare a farlo finché me lo lasceranno fare“.
A conclusione dell’incontro, Alberto Crespi, da direttore di “Bianco e nero” ha presentato l’ultimo numero della rivista del Centro Sperimentale di Cinematografia, interamente dedicato a Nanni Moretti, con le nuove recensioni di tutti i suoi film da parte dei più importanti critici cinematografici italiani e i contributi di vari scrittori, tra i quali Alessandro Baricco e Sandro Veronesi.