ERAVAMO BAMBINI recensione di Catello Masullo
(credits e sinossi da CINEMATOGRAFO.IT)
ERAVAMO BAMBINI
ITALIA 2023
Sinossi: Come in un puzzle emotivo e temporale, una storia di amicizia; ma anche una storia di vite spezzate, di sangue e di un feroce e doloroso countdown durato vent’anni in attesa di una vendetta che appare inevitabile.
SCHEDA FILM
Regia: Marco Martani
Attori: Lorenzo Richelmy, Alessio Lapice, Lucrezia Guidone, Giancarlo Commare, Francesco Russo, Romano Reggiani, Massimo Popolizio
Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Marco Martani
Fotografia: Valerio Azzali
Musiche: Francesco Cerasi
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Scenografia: Paola Peraro
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: opera teatrale “Zero” di Massimiliano Bruno
Produzione: MINERVA PICTURES E WILDSIDE, SOCIETÀ DEL GRUPPO FREMANTLE
Distribuzione: MINERVA PICTURES
Data uscita: 2024-03-21
NOTE
– IN CONCORSO NELLA SEZIONE ‘PANORAMA ITALIA’ ALLA XXI EDIZIONE DI ‘ALICE NELLA CITTÀ’ (2023), SEZIONE AUTONOMA E PARALLELA DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA.
Recensione di Catello Masullo:
Marco Martani ha scritto una 50-ina di sceneggiature. Molte con l’inseparabile Fausto Brizzi, come quelle per i mitici cinepanettoni che hanno conseguito per decenni i maggiori incassi dell’anno in Italia. E alcune anche in collaborazione con Massimiliano Bruno, che si era separato dal trio solo per i film natalizi. Tutte sceneggiature che hanno funzionato alla grande. Il segreto: la grande accuratezza e una grande dedizione: “ci mettiamo tanto a scrivere una sceneggiatura, anche 7 o 8 mesi, quando la media è circa tre mesi”, mi precisò Massimiliano Bruno all’epoca di “Notte Prima degli esami”. Questo film ricongiunge due compagni di scrittura di lunga data. E lo spunto è, peraltro, una pièce teatrale di 20 anni fa, scritta ed interpretata da monologhista dallo stesso Bruno. Manco a dirlo, anche per “Eravamo Bambini” la sceneggiatura è d’acciaio. I tre piani temporali della storia si intrecciano a meraviglia. I temi della perdita di innocenza, delle vite interrotte da un devastante trauma infantile che le ha congelate a quell’istante, della impossibilità di trattenersi dal compiere una vendetta a lungo covata, pur nella consapevolezza che questo li avrebbe precipitati irrimediabilmente negli inferi, sono articolati in modo sapiente e professionale. Martani conferma le sue doti di regia per questo genere di film che aveva già messo in mostra con il suo film di esordio, “Cemento Armato”, del 2007. Dirige alla grande una ampia coralità di attori di grande efficacia, anche per gli interpreti in età adolescenziale, tutti di sorprendente bravura e di straordinaria somiglianza con i loro corrispettivi adulti. Da non perdere.
Curiosità, ho chiesto al regista: “Marco, ci sono differenze tra il film e la pièce teatrale di Massimiliano Bruno da cui è tratto? Come hai lavorato sul meccanismo della doppia vendetta verso l’onorevole da parte degli ex ragazzi e del figlio dell’onorevole verso gli antichi amici? Come avete ricreato i borghi calabresi nel Lazio, a Minturno, Gaeta, Formia e Grottaferrata? Il passato è ambientato nel 2013, dato che nella scena della spiaggia la musica è di un tormentone spagnolo estivo del 2013, “Me gusta la noche , me gustas tu”?
La risposta di Marco Martani: “le differenze sono evidenti anche per la struttura. Il monologo teatrale è un viaggio. Cinematograficamente avevamo bisogno di qualcosa di sorprendente e moderno. In tre piani temporali. Abbiamo modificato i personaggi. Ad esempio, Andrea che non ricorda e che è l’occhio dello spettatore. Nel monologo non diceva una parola. Gli abbiamo dato una vita. Che, come un puzzle, si costruisce la memoria e torna a 20 anni fa al momento del trauma. Avevamo bisogno di uno svolgimento drammatico. Cosa era successo attraverso quel personaggio che aveva bisogno di epifania. Location, borghi sotto Latina. Avevo fatto sopralluogo nello Jonio, erano belli. Ma la scenografa mi ha fatto vedere i borghi a Latina, erano uguali, c’era la montagna. Ed erano ad un’ora e mezza da Roma. Sfido chiunque che non è la Calabria”.
Ha aggiunto Massimiliano Bruno: “gli attori sono stati talmente bravi che non hanno avuto bisogno di coach. Sulle location sono restato stupefatto. Sembrava proprio di essere in Calabria. Io facevo un monologo. Cagasotto raccontava la storia con il maresciallo davanti. Con il film invece abbiamo potuto vedere il passato. Il personaggio di Peppino nella pièce è solo accennato. Nel film funziona di più, è molto più attivo ed è diventato uno dei protagonisti”.
Valutazione Sintetica: 7.5/8