UN ALTRO FERRAGOSTO recensione di Catello Masullo

UN ALTRO FERRAGOSTO recensione di Catello Masullo

 

(credits e sinossi da CINEMATOGRAFO.IT)

UN ALTRO FERRAGOSTO

ITALIA 2024

Sinossi: In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malato, per regalargli un’ultima vacanza in quel luogo per lui così caro. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.

SCHEDA FILM

Regia: Paolo Virzì

Attori: Silvio Orlando – Sandro Molino, Laura Morante – Cecilia Sarcoli, Sabrina Ferilli – Marisa, Christian De Sica – Pierluigi Nardi Masciulli, Andrea Carpenzano – Altiero Molino, Vinicio Marchioni – Cesare, Anna Ferraioli Ravel – Sabrina Mazzalupi, Lorenzo Saugo – Noah, Paola Tiziana Cruciani – Luciana Mazzalupi, Lorenzo FantastichiniEma StokholmaEmanuela FanelliMilena ManciniRocco Papaleo – brigadiere, Gigio Alberti – Roberto, Agnese Claisse – Martina, Raffaella Lebboroni – Betta, Silvio Vannucci – Mauro Santucci, Lorenzo BalducciLiliana Fiorelli

Sceneggiatura: Paolo VirzìFrancesco BruniCarlo Virzì

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: LOTUS PRODUCTION, LEONE FILM GROUP, RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2024-03-07

Recensione di Catello Masullo: Era molto atteso questo film. Girato 28 anni dopo il mitico “Ferie d’Agosto”, nello stesso luogo, l’isola di Ventotene, con gli stessi attori del primo film (ad eccezione di Ennio Fantastichini, e Piero Natoli, nel frattempo scomparsi, ed ai quali il film è dedicato). Molte sono state le pressioni e le richieste a Virzì di realizzare il seguito di quel capostipite che gli diede fama e successo. Sin quasi da subito (il regista ha confessato che già l’anno dopo “Ferie d’Agosto” aveva promesso a Piero Natoli che il seguito si sarebbe fatto). Ed alla fine si è deciso a farlo, con la complicità in scrittura del fratello Carlo, vero feticista di “Ferie d’Agosto”, e del compagno di liceo Francesco Bruni. Il film ibrida, mescola, sovrappone registri diversi: il farsesco, il grottesco, la commedia di costume. Ma anche il politico, lo storico, il crepuscolarismo del tempo che passa. Che tutto cambia. I luoghi, le persone, la cultura e la non-cultura. La costruzione dei singoli caratteri è da capolavoro. La regia superlativa (scene che raccontano le storie, diverse, del primo piano, del secondo piano, e, perfino, del terzo piano di inquadratura: veramente notevole in termini di sintassi cinematografica).  Momenti onirici significativi, in un evocativo bianco e nero, che dialogano con il presente, con la concretezza materica della realtà. Virtuosi inserti di scene del film di 28 anni fa, a volte dando l’idea del subliminale.  Battute fulminanti, come “Sta cosa der confino nun l’avevo mai sentita, ma nel senso che ce stava la dogana?”. Sferzate al vetriolo sull’ondata montante del “cafonal”. E la introduzione geniale di un personaggio misterioso, che fornisce ad Emanuela Fanelli l’occasione di un’altra interpretazione magistrale, che potrebbe suggerire, con il suo intervento al dibattito di un film in piazza al festival di Ventotene,  il senso ultimo del film ( e dei suoi sberleffi): “Questo è stato definito un film sulla speranza. Pensi che al Festival di Pesaro…”/ ”Sti cazzi il Festival di Pesaro!… Stamo a morì e questi pensano de sarvà ‘e balene. Ma chi se ’encula le balene!”. Assieme alla frase di una delle donne delle fasi oniriche: “Se uno non sa voler bene, non sa vivere!”. Interpreti tutti vicini alle loro migliori interpretazioni di sempre. Confezione di alta qualità cinematografica.

Curiosità, ho chiesto al regista: “Paolo, come hai trovato Ventotene 28 anni dopo?  Hai percepito se gli abitanti hanno la consapevolezza di abitare uno dei posti più singolari del mondo, non solo per la storicità della culla della nascita dell’Europa, ma anche perché probabilmente è l’unico posto del mondo ad aver perso il 10% del proprio territorio in un secolo per il progressivo crollo dele falesie a seguito dell’erosione al piede provocato dal moto ondoso. In pratica un’isola crepuscolare. È stata in qualche modo di ispirazione per questa storia che pure ha toni crepuscolari?”.

 

La risposta di Paolo Virzì: “I ventotenesi sono pochi e orgogliosissimi: poche decine d’inverno e poi 5.000 d’estate. Sono stati la nostra famiglia cinematografica. Molto accoglienti. Isola piccola. Non si può girare ad agosto. Abbiamo girato da aprile a maggio. Isola che è diventata più protagonista. È cambiata, ma non è Ponza o Capri… ma rispetto alla spartanità del tufo c’è il sushi-bar e le ragazze con i selfie. Stavolta lo proclamiamo”.

 

Valutazione Sintetica: 8