After the Bridge recensione di Rossella Pozza
(credits da IMDB )
After the Bridge (2023)
Directed by
Davide Rizzo | |
Marzia Toscano |
Writing Credits (in alphabetical order)
Davide Rizzo | |
Marzia Toscano |
Cast
Valeria Collina |
Produced by
Muhammad Refaat | … | in-house producer |
Adam Selo | … | executive producer / producer |
Olga Torrico | … | executive producer / producer |
Music by
Marco Biscarini | |
Alessio Vanni |
Cinematography by
Marouane Saheb | … | director of photography |
Andrea Vaccari |
Editing by
Corrado Iuvara |
Sound Department
Alessandro Gaffuri | … | sound |
Giovanni Tioli | … | re-recording mixer / sound editor |
Editorial Department
Walter Cavatoi | … | colorist |
Music Department
Valdesalici Lorenzo | … | music producer |
Lorenzo Marra | … | music (uncredited) |
Sinossi: Il film è incentrato sulla figura di Valeria Collina, madre di Youssef Zaghba, uno dei tre terroristi degli attentati a Londra del 3 giugno 2017. Lo sguardo del film si alterna parallelamente sia sul passato della protagonista, con immagini di repertorio, sia sul presente, con immagini relative alla vita quotidiana.
Recensione di Rossella Pozza:
Un film documentario ricercato e raffinato, che cura tutti gli aspetti. Dalla fotografia di Marouane Saheb e Andrea Vaccari, alle musiche di Marco Biscarini e Alessio Vanni. La fotografia mette bene in evidenza un passato, con immagini di repertorio in super 8, nel quale si vede la protagonista Valeria Collina sorridente, con gli occhi illuminati da una prospettiva di un futuro migliore, in piena lotta per la conquista dei diritti del lungo percorso della emancipazione femminile, ed in pieno allargamento ai contatti con le altre culture. Fino a considerare l’idea e mettere in pratica il proposito di sposare un mussulmano e di convertirsi all’Islam. Di tutta altra pasta la pellicola che rappresenta l’oggi. Boschi pieni di nebbia a significare il senso di solitudine, di smarrimento, di offuscamento delle coscienze, di profonda inquietudine. Quest’ultima perfettamente letta nel mood di sonorità drammaticamente inquietanti. Resta impresso nello spettatore uno sguardo di occhi della protagonista, con una luce agli antipodi rispetto alle immagini della giovinezza, occhi di profonda tristezza e di un dolore indicibile. Quasi a suggerire un rassegnato fatalismo, tipico della abbracciata cultura islamica. Pur facendo, comunque, balenare un piccolo spiraglio di luce in fondo al tunnel, una flebile speranza di riprendere un cammino, lungo ed irto di ostacoli, di lento, ma progressivo ed instancabile miglioramento del mondo in cui viviamo.
Valutazione Sintetica: 7