LA SECONDA VITA recensione di Catello Masullo

LA SECONDA VITA recensione di Catello Masullo

 

(credits e sinossi da CINEMATOGRAFO.IT e WIKIPEDIA)

 

LA SECONDA VITA

ITALIA 2024

Sinossi: Poco più che trentenne, Anna ha già pagato per il reato che ha compiuto poco più che adolescente, ma il giudizio vive al di là della sentenza, sia nei suoi occhi, sia in quelli della gente. Non riesce nemmeno a trovare la forza di incontrare di nuovo sua madre, nonostante il percorso di giustizia riparativa che sta portando avanti da anni insieme ai mediatori penali. È così che si trasferisce in una piccola città dove trova lavoro come bibliotecaria. Tuttavia, Marco, il direttore che l’ha assunta, appare da subito fin troppo premuroso nei suoi riguardi: ha intuito il peso del suo passato scomodo e cerca di manipolarla, promettendole di mantenere il suo segreto. Almeno fino a quando Anna non incontra Antonio, un uomo timido e introverso, che riesce a instaurare con lei un rapporto puro, per quanto impacciato. Marco, insofferente alla loro frequentazione, finisce per rivelare tutto ad Antonio e al resto della comunità. In un attimo il passato torna a bussare alla porta di Anna, ma questa volta la donna troverà la forza di affrontarlo e di aprire alla sua seconda vita.

Regia: Vito Palmieri

Attori: Marianna Fontana – Anna, Giovanni Anzaldo – Antonio, Lorenzo Gioielli – Marco, Nicola Rignanese

Sceneggiatura: Vito PalmieriMichele Santeramo

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: IVAN OLGIATI, CHIARA GALLONI

Distribuzione: ARTICOLTURE, LO SCRITTOIO

Data uscita: 2024-04-04

 

Recensione di Catello Masullo: Tratto dal romanzo omonimo di Michele Santeramo, co-autore anche della sceneggiatura a 4 mani con il regista Vito Palmieri. Il film gioca bene, nella prima parte, con il mistero: il mistero del passato della protagonista, quello della sua fobia per l’acqua, quello della sua impossibilità a riprendere i rapporti con la madre, quello delle enormi statue bianche che spuntano dal suolo, in varie parti del borgo di Peccioli, in provincia di Pisa, dove il film è stato girato. E’ abile il dosaggio con il quale, tessera dopo tessera, il mosaico viene ricomposto. Interessante il tema della seconda possibilità, di potersi rifare una seconda vita. Cercando di riparare le profonde fratture dell’anima prodotte dagli avvenimenti del passato (metaforicamente rappresentate dalle fratture della campana del paese, data al fabbro da risanare). La storia convince, grazie anche ad interpretazioni adeguate e senza sbavature.

Curiosità: le enormi statue bianche sono chiamate “I giganti della Belvedere”, dal nome della società che gestisce un importante impianto per lo smaltimento dei rifiuti, che li trasforma in risorse energetiche. Queste quattro imponenti sculture umane, alte 5-9 metri, intitolate “Presenze”, incarnano l’ispirazione che dalla trasformazione dei rifiuti nasce nuova vita. Particolarmente adeguate al titolo ed al tema del film.

 

Valutazione Sintetica: 7