L’oro di Napoli,  RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

L’oro di Napoli,  RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Credits a sinossi da https://www.labiennale.org/it/cinema/2024/venezia-classici/l%E2%80%99oro-di-napoli

L’oro di Napoli

Venezia Classici

 

Regia: Vittorio De Sica
Produzione: Carlo Ponti Cinematografica, Dino de Laurentiis Cinematografica
Durata: 137′
Lingua: Italiano
Paesi: Italia
Anno: 1954
Interpreti: Totò (Antonio De Curtis), Sophia Loren, Vittorio De Sica, Silvana Mangano, Eduardo De Filippo, Paolo Stoppa
Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Giuseppe Marotta
Fotografia: Carlo Montuori
Montaggio: Eraldo Da Roma
Costumi: Pia Marchesi
Musica: Alessandro Cicognini
Suono: Western Electric
Restauro: Cinecittà, Filmauro
Laboratorio : Cinecittà
Distribuzione internazionale: Filmauro
Nota: Dalla raccolta di racconti L’oro di Napoli di Giuseppe Marotta

Sinossi

Il film è composto da cinque episodi che catturano l’essenza della napoletanità. In Il Guappo Totò spera di essersi finalmente liberato di un prepotente che da dieci anni si è installato a casa sua. In Pizze a credito Sophia Loren è una bellissima pizzaiola pronta a far becco il marito. In I giocatori Vittorio De Sica è un nobile decaduto, maniaco del gioco, che si riduce a giocare a carte con il figlio del portinaio. In Teresa Silvana Mangano è una prostituta dei Castelli Romani che un giovane corteggiatore bello e ricco vuole sposare. In Il professore Eduardo De Filippo vende saggezza ma è soprattutto un maestro nell’arte del pernacchio e se ne serve per sbeffeggiare lo spocchioso nobile del quartiere.

Commento del regista

Napoli è così sentita da Marotta e da me che ritengo nel film risulterà per quella che è, che è sempre stata; uno dei misteri di Napoli infatti sta in questa sua immutabilità rispetto ai secoli, per cui la gente di Napoli con i suoi costumi, le sue abitudini, la sua filosofia non muterà mai. Io spero che il film abbia rispettato lo spirito del libro di Marotta; e del resto Marotta stesso, che ha collaborato alla sceneggiatura con Zavattini e con me, è stato il più accanito difensore dei suoi racconti.

Cinema Nuovo, 15 gennaio 1954

Produzione

PRODUZIONE 1: Cinecittà S.p.A
Via Tuscolana, 1055
00173
Roma, Italia
Tel. +39 0672286213
p.ruggiero@cinecitta.it

PRODUZIONE 2: Filmauro S.r.l.
Piazza Venezia, 5
00187
Roma, Italia
Tel. +39 06699581
ldesimone@filmauro.it

UFFICIO STAMPA:
Marlon Pellegrini – Cinecittà S.p.A.
Via Tuscolana, 1055
00173
Roma, Italia
Tel. 06 72286407
Mob. 3349500619
m.pellegrini@cinecitta.it

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: L’Oro di Napoli è il film classico che questo anno la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha voluto offrire al pubblico veneziano nella tradizionale serata di pre-apertura. Coglie due anniversari, i 70 anni dall’uscita, nel 1954, ed i 50 anni dalla scomparsa del compianto Vittorio De Sica, che ne fu il regista. La copia proposta è stata restaurata da Cinecittà, con la supervisione del nipote, Andrea De Scia, figlio dell’indimenticato musicista Manuel. Il restauro, effettuato operando sui negativi originari messi a disposizione dalla Filmauro di De Laurentiis figlio (all’epoca fu prodotto da Ponti e De Laurentiis padre), ha restituito una copia sfavillante, nella massima definizione dei 4k, in un bianco e nero elegante, pettinato. Il film non ebbe l’accoglienza che avrebbe meritato. Forse perché fu realizzato nel periodo di transizione tra il neorealismo militante e la grande commedia all’italiana. Ma si tratta di un capolavoro assoluto. Una trasposizione fedele dei racconti di Giuseppe Marotta, che collaborò alla sceneggiatura, a sei mani con lo stesso De Sica e l’inseparabile Cesare Zavattini. Una rappresentazione di pura, immutabile ed eterna “napoletanità”. Mai banale, né stereotipata. Ma sempre vera. “Questa è la vita a Napoli”, potrebbe essere il sottotitolo. Il film è magnificato dai più grandi attori dell’epoca, una elegantissima Silvana Mangano, una prorompente Sofia Loren, un malinconico Totò, un insuperabile Vittorio De Sica ed un monumentale Eduardo De Filippo, per citarne alcuni. Nulla è fuori posto, mai una sbavatura. Da non mancare.

Curiosità: ho visto il film nella sala Darsena del Lido, quella più bella e tecnologicamente avanzata. Oltre 1400 posti. Ho trovato posto solo nell’ultima fila in alto, la 32esima. Ma grazie alla bellezza della confezione dei film di una volta, con i titoli di testa e di coda enormi, non ho avuto alcuna difficoltà a leggerli (anche perché, una volta, i secondi in cui apparivano sullo schermo sono quelli necessari a leggerli per intero, con una certa comodità, una forma di rispetto per lo spettatore). Oggi i titoli non si leggono nemmeno dalla prima fila! Che nostalgia!…

Curiosità 2: il Ministro Sangiuliano ha dichiarato di aver già prenotato il Teatro San Carlo di Napoli per far vedere questa copia restaurata ai napoletani e che successivamente ne promuoverà l’uscita in sala. Lo merita, senza dubbio.

VALUTAZIONE SINTETICA: 10