7 minuti recensione di Catello Masullo

7 minuti recensione di Catello Masullo

 

credits da: https://filmitalia.org/it/film/199385/

 

titolo originale:

7 minuti

regia di:

Alessia Bottone

cast:

Pierluigi Gigante, Mia Benedetta, Consuelo Ciatti, Lucia Batassa, Enzo Provenzano, Mario Di Santo

sceneggiatura:

Alessia Bottone

fotografia:

Maria Pina Mastropietro

montaggio:

Fabrizio Franzini

musica:

Francesco Costanza

produzione:

Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia

paese:

Italia

anno:

2024

durata:

15′

formato:

colore

status:

Pronto (01/07/2024)

 

recensione di Catello Masullo: Alessia Bottone, laurea in Scienze Politiche, un master in sceneggiatura, collaborazione a numerose e importanti produzioni internazionali, ha realizzato cortometraggi con materiali di archivio, come questo “7Minuti” e il precedente “La Napoli di mio padre”, con cui e vince nel 2021 la Menzione Speciale Nastri d’Argento (si veda la nostra recensione su questa stessa testata giornalistica: https://www.cinecircoloromano.it/2021/01/qui-cinema-dicembre-2020/la-napoli-di-mio-padre-regia-alessia-bottone-recensione-di-catello-masullo/ ). Ha anche diretto e prodotto due documentari, “Ritratti in controluce” e “Ieri come oggi”. Ha ottenuto importanti riconoscimenti per i suoi lavori di giornalismo d’inchiesta. “7 Minuti”, pluripremiato al Festival di Bracciano ed alla prima edizione di Briganti Film Festival, racconta di un amore terminato, un lui abbandonato dal suo compagno, attraverso una voce narrante maschile ed un suggestivo montaggio di filmati d’archivio in bianco e nero, che denotano una ambientazione negli anni ‘60. Una storia di solitudine, di stigma sociale verso una relazione “proibita”. Ma anche una vicenda di sofferenza, di ricordi. Lo spunto è un incontro della regista con Alessandro Haber, nel 2021, dal quale nasce l’idea di una sorta di sequel di “Parenti Serpenti”, di Monicelli, con specifico riferimento al personaggio interpretato da Haber nel film, un omosessuale che si trova a vivere in una famiglia e in una società che rifiutano la diversità. Alessia Bottone ha cercato le immagini più adatte selezionandole dall’Istituto Luce e da Home movies di Bologna, volutamente non aderenti al testo, totalmente libere, che suggerissero, che facessero immaginare, più che rappresentarne il realismo. Un’opera ancora più matura ed esperta del precedente autobiografico “La Napoli di mio padre”. Una definitiva affermazione di uno stile narrativo, una scelta di un potente mezzo espressivo come propria cifra stilistica.

Valutazione sintetica: 7.5