Aïcha, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

foto di Catello Masullo (5 settembre 2024): da sx: l’attrice che interpreta la fornaia, l’attrice Yasmine Dimassi, l’attore Nidhal Saadi, l’attrice protagonista Fatma Sfar,  il regista Mehdi Barsaoui, la moderatrice

 

Aïcha, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

CANDIDATO alla: XIV edizione Social Criticism Collateral Award “Sorriso Diverso Venezia Award”, 2024

 

Credits a sinossi da https://www.labiennale.org/en/cinema/2024/orizzonti/a%C3%AFcha

Aïcha

Orizzonti

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Regia: Mehdi Barsaoui
Produzione: Cinetelefilms (Habib Attia), Dolce Vita Films (Marc Irmer), Dorje Films (Flaminio Zadra), 13 Prods (Chantal Fischer)
Durata: 123’
Lingua: Arabo
Paesi: Tunisia, Francia, Italia, Arabia Saudita, Qatar
Interpreti: Fatma Sfar, Nidhal Saadi, Yasmine Dimassi, Hela Ayed
Sceneggiatura: Mehdi M. Barsaoui
Fotografia: Antoine Héberlé
Montaggio: Camille Toubkis
Scenografia: Sophie Abdelkafi
Costumi: Randa Khedher
Musica: Amine Bouhafa
Suono: Stefano Campus, Dario Calvari, Simone Chiossi, Simone Usai

sinossi

A quasi trent’anni Aya si sente in trappola a vivere con i genitori nel sud della Tunisia e non riesce a vedere cambiamenti all’orizzonte. Un giorno, il minivan che quotidiamente la porta tra la sua città e l’hotel dove lavora ha un incidente, di cui lei è l’unica sopravvissuta. Vedendovi l’occasione per reinventarsi, fugge a Tunisi con una nuova identità, ma presto tutto vacilla quando si ritrova a essere la principale testimone di un errore della polizia.

commento del regista

È necessario morire, in Tunisia, per essere liberi? La morte è ormai l’unica strada che porta alla vera emancipazione? Queste sono le domande che hanno ispirato la genesi di Aïcha. Il film si addentra nelle vite dei giovani tunisini, i cui sogni vengono troppo spesso negati. È anche un film sui nuovi inizi e le seconde possibilità e sulle molteplici pressioni sulla società tunisina, in particolare sulle donne. Aïcha ritrae la ricerca della libertà e il desiderio di vivere la vita in pieno, un paradosso in cui la vera libertà per la protagonista può essere raggiunta solo attraverso la morte. Nella sua ricerca della vita, Aïcha affronta numerosi ostacoli: autorità familiare, remissività, misoginia, sessismo e, più in generale, il posto delle donne nella società. Affronta soprattutto la corruzione e l’oppressione della polizia, la sua onnipresenza e onnipotenza sulla popolazione civile.

Produzione/Distribuzione

PRODUZIONE 1: CINETELEFILMS – Attia Habib
23, rue Andalousie, borj baccouche
2080, Ariana, Tunisia
Tel. 216 23449001
mh.attia@cinetelefilms.net

PRODUZIONE 2: DOLCE VITA FILMS – Marc Irmer
13 boulevard de Rochechouart
75009, Paris, France
Tel. 33 1 48 78 70 21

PRODUZIONE 3: DORJE FILMS – Flamino Zadra
Viale Gioacchino Rossini, 18
00198, Roma, Italia
Tel. 39 0669347607

PRODUZIONE 4: 13 PRODS – Chantal Fischer
9 rue J.-F. Leca
13002, Marseille, France
Tel. 33 04 91 09 14 23
chantal.fischer@13prods.fr

DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: Samuel Blanc/ Mathilde Colle – THE PARTY FILMSALES
16 rue Frochot
75009, Paris, France
Tel. 33 6 23 10 83 26
sales@thepartysales.com

DISTRIBUZIONE ITALIA: I WONDER PICTURES
Tel : 39 051 40 70 166

UFFICIO STAMPA: Brigitta Portier
Alibi Communications
Diestsestraat 69 bus 2.01
3270 Scherpenheuvel-Zichem, Belgium
Tel. 32 477 98 25 84
brigittaportier@alibicommunications.be
 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Ispirato ad una storia vera. La protagonista ai genitori che ostacolano pervicacemente il suo sogno di libertà ed emancipazione risponde: “mi avete resa schiava all’età di 14 anni, mi avete impedito di studiare, ora i miei compagni di scuola sono medici, avvocati, ingegneri e lavorano in tutto il mondo, io, invece, pago le bollette ed i vostri debiti dall’età di 14 anni”. Una condizione allucinante, che è la regola nei ceti tunisini più popolari. Il film accende i riflettori su questa realtà della discriminazione di censo e di genere. Lo fa con grande efficacia, grazie ad una potente messa in scena ed attori in grande spolvero, magistralmente diretti.  

Curiosità, ho chiesto al regista: “nella prima parte ci fai vedere un Tunisi modernissima, molto occidentale, con donne libere e alcolici serviti ai ristoranti. È realistico? E poi dai titoli di coda leggo molti nomi italiani, il suono è stato registrato a Roma, ma viene dichiarata una produzione franco tunisina, come mai non c’è coproduzione anche italiana?”. La risposta di Mehdi Barsaoui: “grazie della domanda. È assolutamente realistico. Ci sono tante facce della Tunisia. L’idea è presentare una Tunisia modernizzata all’inizio, poi diventa un incubo, una città molto scura e pericolosa. Il film è una coproduzione anche con l’Italia. Tutta la parte delle troupe ed il suono fatto in Italia, il fonico della presa diretta, il montatore del suono, il missaggio e anche coproduttori, tutti italiani.”

 

   

VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5