FAMILIA, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Foto di Catello Masullo (1 settembre 2024) da sx: il moderatore Francesco Giachia, Luigi Celeste, il regista Francesco Costabile, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Francesco Gheghi

FAMILIA, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Credits a sinossi da https://www.labiennale.org/it/cinema/2024/orizzonti/familia

CANDIDATO alla: XIV edizione Social Criticism Collateral Award “Sorriso Diverso Venezia Award”, 2024

 

Familia

Orizzonti

Regia: Francesco Costabile
Produzione: Tramp Limited (Attilio De Razza, Nicola Picone) in associazione con Medusa Film, Indigo Film, O’Groove
Durata: 124’
Lingua: Italiano
Paesi: Italia
Anno: 2024
Interpreti: Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva, Marco Cicalese, Francesco De Lucia, Stefano Valentini, Tecla Insolia, Enrico Borrello, Giancarmine Ursillo, Carmelo Tedesco, Edoardo Paccapelo
Sceneggiatura: Francesco Costabile, Vittorio Moroni, Adriano Chiarelli
Fotografia: Giuseppe Maio
Montaggio: Cristiano Travaglioli
Scenografia: Luca Servino
Costumi: Luca Costigliolo
Musica: Valerio Vigliar
Suono: Gianluca Costamagna, Federico Cabula, Piergiorgio De Luca, Sandro Rossi
Effetti visivi: Luca Saviotti – Metaphyx
Dal romanzo: Non sarà sempre così di Luigi Celeste

sinossi

Luigi Celeste ha vent’anni e vive con la madre Licia e il fratello Alessandro. I tre sono uniti da un legame profondo. Sono quasi dieci anni che nessuno di loro vede Franco, compagno e padre, che ha reso l’infanzia dei due ragazzi e la giovinezza di Licia un ricordo fatto di paura e prevaricazione. Luigi vive la strada e, alla ricerca di un senso di appartenenza e di identità, si unisce a un gruppo di estrema destra dove respira ancora rabbia e sopraffazione. Un giorno Franco torna, rivuole i suoi figli, rivuole la sua famiglia, ma è un uomo che avvelena tutto ciò che tocca e rende chi ama prigioniero della sua ombra. Quella di Luigi e della sua famiglia è una storia che arriva al fondo dell’abisso per compiere un percorso di rinascita, costi quel che costi.

commento del regista

Familia è un melodramma nero, che contamina diversi linguaggi tipici del cinema di genere: dal thriller psicologico, al cinema horror fino al film a tematica sociale. In questa contaminazione c’è il desiderio di sperimentare, coinvolgere lo spettatore, andare in profondità e rendere questo racconto universale. Il cinema, come strumento esperienziale, ci permette di conoscere microcosmi inaccessibili, ci permette di sviscerare le emozioni, aprire la narrazione a una complessità di sguardo e di pensiero. Familia si pone questo obiettivo: raccontare la violenza, soprattutto quella psicologica; mostrarne le ferite profonde che segnano l’infanzia, per sempre.

PRODUZIONE/DISTRIBUZIONE

PRODUZIONE 1: Attilio de Razza e Nicola Picone – TRAMP LIMITED
via sabotino 31
00195 roma
piazza castelnuovo 35
90141 palermo
Tel. 39 393 9741567
info@trampltd.it

PRODUZIONE 2: Nicola Giuliano – Indigo Film
Via Torino, 135
00184, Roma, Italy
Tel. 39 06 77250255
info@indigofilm.it

PRODUZIONE 3: Pierpaolo Verga – O Groove
Via Giovenale, 9
80122, napoli, Italy
Tel. 39 3336022472
pierpaoloverga@ogroove.it

DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: Gaetano Maiorino – True Colours
Largo Italo Gerimini, 1
00161, Roma, Italy
Tel. 39 06 37 35 2334
gaetano@truecolours.it

DISTRIBUZIONE ITALIA: Giampaolo Letta – Medusa Film
Viale Aventino 26
00153, Roma, Italy
Tel. 39 06.66390677
federica.giuliani@medusa.it

UFFICIO STAMPA INTERNAZIONALE: Barbara Van Lombeek, Marie-France Dupagne – THE PR FACTORY Rue des Myosotis 21 1180 – Brussels, Belgium Tel. +32 486546480 Tel. +32 477626770
barbara@theprfactory.com

UFFICIO STAMPA: Manuela Cavalleri – Fosforo Press
Via Niccolò Piccolomini
00165, Roma, Italy
Tel. 39 06.83795464
Mob. 349.6891660
manuela.cavallari@fosforopress.com

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Francesco Costabile, dopo l’esordio fulminante con “Una Femmina”, del 2022, realizza la sua opera seconda con ancora maggiore sicurezza e più alta qualità cinematografica. Conferma tutto il suo talento nella analisi della violenza, delle sue cause, e delle diverse modalità di generazione e di realizzazione, e soprattutto degli impatti devastanti che ingenera sugli esseri umani. La violenza di genere è la pietra angolare attorno alla quale la vicenda si snoda. Ma non sono meno importanti altre forme di violenza, che occupano altri e significativi filoni narrativi. Quella indotta sui minori e sui figli. Quella delle istituzioni che con le sue assurde procedure di tutela dei minori le impone agli stessi anche contro la volontà degli stessi, operando dei conclamati, quanto “legali”, atti di violenza.  Violenza anche come strumento di potere interno ad associazioni para politiche e para criminali. Non mancano le puntuali analisi di pesanti discriminazioni di genere, come quando si nega alle ragazze/donne la voce in capitolo per il solo fatto di essere di genere diverso. Comunque, una forma di violenza. Come lo è quella delle pressioni psicologiche. L’autore sembra interrogarsi ed interrogarci su quesiti esistenziali: la violenza genera sempre violenza? E, esseri umani violenti generano sempre altri esseri violenti? È proprio ineluttabile? Le radici del male sono inestirpabili? La catena della violenza può essere interrotta solo da un supremo atto di violenza? Mirabili le analisi delle forme di gelosie possessive, sino al parossismo del padre che scatena una assurda e violenta scena di gelosia verso il figlio perché ha omaggiato la madre con un mazzo di fiori. Pregevoli le scelte di regia e la direzione di attori superlativi. Gli occhi di Barbara Ronchi, che ha ben 4 film alla Mostra di Venezia n. 81, promanano un profondo senso di terrore nella prima parte ed un senso di amore supremo e di liberata riconoscenza verso il figlio, nell’ultimo sguardo. Il senso di inquietudine è incombente e sottolineato da brevi irruzioni di musiche angoscianti. Suggestive e potentemente metaforiche le scene nell’evocativo labirinto con gli specchi deformanti per l’incontro di Luigi con Giulia dopo la detenzione, dove la fanno da padrone la paura che lotta con l’attrazione fatale ed il fascino del perverso. Attrazione fatale che è bene analizzata anche nel rapporto tossico tra moglie e marito, in una inestricabile complessità e contraddittorietà dei sentimenti tra umani, che costituiscono il terreno di coltura di tante delle tragedie che vengono definite “femminicidi”. Un’opera matura, autoriale, che sfiora già all’opera seconda il capolavoro assoluto, e che lascia il segno. Da non mancare.

Curiosità, ho chiesto al regista e all’attrice protagonista: “Francesco, sembri interrogarti ed interrogarci su quesiti esistenziali: la violenza genera sempre violenza? E, esseri umani violenti generano sempre altri esseri violenti? È proprio ineluttabile? Le radici del male sono inestirpabili? La catena della violenza può essere interrotta solo da un supremo atto di violenza? Barbara, come è stata questa sfida con Francesco Costabile, che mi sembra vinta soprattutto con la recitazione degli occhi. Sei alla Mostra con 4 film pesanti, ti stanno preparando una coppa Volpi a 4 facce?”. La risposta di Francesco Costabile: “domanda molto complessa. Non si può generalizzare mai. La storia di luigi Celeste è la sua. Dire che la violenza genera sempre violenza è un azzardo, senza speranza. La violenza patriarcale genera rabbia e violenza. Spesso drammaticamente si esercita contro sé stessi. Spesso i bambini che subiscono violenza, anche psicologica, spesso questi bambini diventano potenzialmente carnefici per violenza contro altri e contro sé stessi. Il Messaggio per trovare una via di uscita, il film da una speranza. L’unico modo di uscire è cambiare gli uomini e lottare contro la cultura patriarcale che insegna agli uomini a non amare e ad essere rabbiosi. Dobbiamo cambiare la cultura. Insegnare agli uomini ad amare”. E quella di Barbara Ronchi: “tre dei 4 film sono oramai passati, ne resta solo uno. Gli occhi come li ho usati… non lo so”. Ha ancora chiosato, infine, il regista: “è una mia fissa. Il direttore della fotografia mi dice sempre: è buia. Ed invece in montaggio gli occhi vengono fuori”.

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 9