Familiar Touch, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

foto di Catello Masullo (3 settembre 2024), da sx: moderatrice Giulia Vallan, la regista Sarah Friedland, l’attrice protagonista Kathleen Chalfant

Familiar Touch, RECENSIONE DI CATELLO MASULLO

Credits a sinossi da https://www.labiennale.org/it/cinema/2024/orizzonti/familiar-touch

CANDIDATO alla: XIV edizione Social Criticism Collateral Award “Sorriso Diverso Venezia Award”, 2024

 

Familiar Touch

Orizzonti

 

Regia: Sarah Friedland
Produzione: Rathaus Films (Alexandra Byer), Go For Thurm (Matthew Thurm)
Durata: 91’
Lingua: Inglese
Paesi: USA
Interpreti: Kathleen Chalfant, Carolyn Michelle, Andy McQueen, H. Jon Benjamin
Sceneggiatura: Sarah Friedland
Fotografia: Gabe C. Elder
Montaggio: Aacharee “Ohm” Ungsriwong, Kate Abernathy
Scenografia: Stephanie Osin Cohen
Costumi: Nan Zhou
Suono: Eli Cohn

Sinossi

Familiar Touch è un film di (tarda) formazione. Segue una donna ottantenne nella transizione alla vita in una casa di cura, mentre affronta il rapporto conflittuale con sé stessa e le persone che la assistono, tra il mutare della sua memoria, dei suoi desideri e della percezione della propria età.

Commento della regista

Familiar Touch sperimenta con le convenzioni del racconto di formazione per mostrare come tutti siamo sempre in crescita. Le storie di anziani sono periferiche nella nostra cultura, come se desiderio, sogni e autonomia decisionale decadessero molto prima dei nostri corpi e delle nostre menti. Come scrive la studiosa femminista Lynne Segal: “mentre invecchiamo, cambiando di anno in anno, conserviamo anche, in una forma o nell’altra, tracce di tutti gli io che siamo stati, creando una sorta di vertigine temporale e in un certo senso rendendoci psichicamente di tutte le età e di nessuna età”. Il nostro film si situa in quella vertigine, poiché la nostra protagonista Ruth non solo rifiuta i ruoli che ci si aspettano da lei – Madre, Paziente, Vecchia Signora – ma anche l’identità legata alla sua età “corretta”, oscillando tra la sensazione di avere ottantacinque e venticinque anni. Ho iniziato a scrivere Familiar Touch poco dopo la morte di mia nonna, che aveva vissuto per molti anni con la demenza senile. Alla fine della sua vita sono rimasta turbata dal fatto che la mia famiglia avesse pianto preventivamente la sua morte. L’erosione della sua precisione linguistica li aveva spinti ad affermare che “non c’era più”, e tuttavia il suo senso di sé si esprimeva attraverso il corpo, per esempio picchiettando a ritmo e canticchiando. Sei anni dopo ho iniziato a lavorare come badante per artisti newyorkesi con problemi di memoria. Ho imparato non solo a leggere il corpo dei miei clienti, ma anche a configurare il mio per sostenere la loro identità sociale. Certi giorni mi trattavano come badante, altri come una nipote o un’amica. Ho fornito loro l’intimità di cui avevano bisogno attraverso gesti e tocco. Attingendo alla mia formazione di coreografa e regista di danza, Familiar Touch è raccontato attraverso la coreografia precisa e quotidiana di Ruth, la nostra protagonista, e il linguaggio fisico dell’assistenza. Abbiamo realizzato Familiar Touch in collaborazione con i residenti e lo staff di Villa Gardens, una comunità di pensionati con assistenza permanente in California, che hanno partecipato sia come cast che come troupe.

Produzione/Distribuzione

PRODUZIONE 1: Alexandra Byer – Rathaus Films LLC
740 Madison Street
11221, Brooklyn, United States of America
Tel. +1 617-519-3902
hello@rathausfilms.com

PRODUZIONE 2: Matthew Thurm – Go For Thurm Inc. 216 N. 8th Street, 1R
11211, Brooklyn, United States of America
Tel. +1 914-715-9837
matthewcthurm@gmail.com

UFFICIO STAMPA INTERNAZIONALE: WOLF Consultants – Gordon Spragg & Michael Arnon
Tel. +49 171 6466970
hello@wolf-con.com
www.wolf-con.com

UFFICIO STAMPA (NORD AMERICA): Layla Hancock-Piper
Cinetic Marketing (US Press Office)
layla@cineticmedia.com

 

 

RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Arriva ai festival un numero sempre maggiore di film che trattano temi considerati sensibili se non addirittura tabù (almeno per i distributori/esercenti, che temono un non adeguato riscontro al botteghino per tale tipologia di film). “Familiar Touch” si focalizza sulla demenza senile, una affezione che, con l’allungarsi progressivo della vita media delle persone, appare interessare un numero crescente di famiglie. Negli USA esistono strutture di assoluta eccellenza, come quella all’interno della quale è stato girato il film, con la collaborazione attiva del personale e degli stessi ospiti. Ma riservate ad una fascia marginale della popolazione, quella di maggior reddito. Accade, come nella storia raccontata, che tali destinazioni, ove trascorrere in modo adeguatamente assistito l’ultimo scorcio di vita, vengano scelte dagli stessi ospiti. Salvo che, nel lasso di tempo impiegato per il trasferimento, lo stesso ospite se ne sia dimenticato. Con tutte le conseguenze del caso. Il film lo tiene sulle spalle la straordinaria interpretazione di Kathleen Chalfant. Che gioca in modo sublime e magistrale con tutti i toni ed i colori della alta recitazione, dal brillante al volitivo, dal preoccupato all’incupito. Imperdibile.

VALUTAZIONE SINTETICA: 7.5/8