Il tempo che ci vuole, RECENSIONE DI ROSSELLA POZZA

Il tempo che ci vuole, RECENSIONE DI ROSSELLA POZZA

Fuori Concorso

Credits a sinossi da : https://www.labiennale.org/it/cinema/2024/fuori-concorso/il-tempo-che-ci-vuole

 

Regia: Francesca Comencini
Produzione: Kavac Film (Simone Gattoni, Marco Bellocchio), Les films du Worso (Sylvie Pialat, Alejandro Arenas, Benoît Quainon), IBC Movie (Beppe Caschetto), , One Art (Bruno Benetti), Rai Cinema
Durata: 110’
Lingua: Italiano, francese
Paesi: Italia, Francia
Anno: 2024
Interpreti: Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo
Sceneggiatura: Francesca Comencini
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Francesca Calvelli, Stefano Mariotti
Scenografia: Francesca Comencini
Costumi: Daria Calvelli
Musica: Fabio Massimo Capogrosso
Suono: Lavinia Burchieri
Effetti visivi: Flat Parioli

sinossi

Questo film è il racconto molto personale di momenti vissuti dalla regista con il padre. Un racconto personale che però trova la giusta distanza nel fatto che tra il padre e la figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo. Il cinema come una rete che sottende il racconto dei loro scambi, crea lo spazio dell’immaginazione. “Con il cinema” dice, il padre “si può scappare. Con l’immaginazione”. Le immagini partono dai ricordi e come i ricordi amplificano alcuni segni salienti e ne cancellano altri. Immagini scarne, in cui non c’è quasi niente tranne loro due, e in cui il segno che è presente ha sempre qualcosa di esagerato: se qualcosa è grande è molto grande, se è lontano è molto lontano, se c’è un raggio di luce è molto luminoso, se qualcosa è vicino è molto vicino. Per quel che riguarda i set, invece, molta pienezza, confusione, fretta, molta gente, molto chiasso e anche qui tutto amplificato, in questa eccitazione della vita collettiva che sono i set: qui quelli di Pinocchio, sempre creati in mezzo al nulla, in terreni brulli di campagna.

commento della regista

Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro cercando di essere diversa da lui, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui: ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me. Forse, mi sono detta, forse ora sono abbastanza anziana, ne sono capace, forse ora sarò all’altezza di questo racconto. Forse, ora, è arrivato il momento di dirgli grazie.

Produzione/Distribuzione

PRODUZIONE 1: Simone Gattoni, Marco Bellocchio – Kavac Film srl
Via Nomentana 186
00162 Roma, Italia
Tel. 39 068608934
simone@kavacfilm.com

PRODUZIONE 2: Sylvie Pialat – les films du worso
38 Boulevard Raspail
75007 Paris, France
Tel. 33 0145440770
sylvie@worso.com

PRODUZIONE 3: Beppe Caschetto – ibc movie srl
Viale XII Giugno, 26
40124, Bologna, Italia
Tel. 39 0513397723
mariacristina.ianiro@itc2000.it

PRODUZIONE 4: Bruno Benetti – One Art Srl
Via Capovilla, 73
36030, Viallaverla, Italia
Tel. 39 0445350814
germana@kavacfilm.com

PRODUZIONE 5: Rai Cinema – Paolo del Brocco
Piazza Adriana 12
00193 Roma, Italia
Tel. 39-0633179601
Mob. 39-3351318220
anna.pomara@raicinema.it

DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: Carole Baraton – Charades
3 rue des Cottages
75018, Paris, France
sales@charades.eu

DISTRIBUZIONE ITALIA: Luigi Lonigro – 01 Distribution
Piazza Adriana, 12
00193 Roma, Italia
Tel. 39 0633179601
luigi.lonigro@raicinema.it

UFFICIO STAMPA: Flavia Schiavi e Olivia Alighiero – PUNTOeVIRGOLA
Via Natale del Grande 40
00153, Roma, Italia
Tel. +39 0645763506
info@studiopuntoevirgola.com

UFFICIO STAMPA: Gloria Zerbinati
Independent
Via Palmiro Togliatti 15
45010 Rovigo, Italia
Tel. 33 (0) 7 86 80 02 82
gloria.zerbinati@gmail.com

 

RECENSIONE DI ROSSELLA POZZA: “Quanto staremo via?/ Non lo so, il tempo che ci vuole. / E cosa faremo nel tempo che ci vuole? / Non lo so… andremo al cinema!”. Questo scambio di battute tra Francesca, la regista di questo film, quando era adolescente, ed il padre Luigi, già regista affermato, dichiara il protagonista assoluto del film, lo sviscerato, irresistibile amore per il cinema, che accomuna padre e figlia, e che è la ragione prima delle loro vite. Ribadita dal racconto che il padre fa alla figlia: “Quel giorno mi ha cambiato la vita, perché ho capito che era con il cinema che potevo scappare!”, in riferimento ad un film visto in Francia da ragazzino, “L’Atlantide” di Pabst, di cui non aveva capito niente, ma del quale era stato rapito dal fascino delle immagini di quando un ufficiale, rivolto alla protagonista Antinea, esclamava: “C’est Paris!”, e la scena, con la magia del cinema, si sposta istantaneamente dal deserto africano ad un teatro parigino.  Francesca Comencini, con questo realizza il suo miglior film di sempre. Ispirato, vibrante, poetico, nostalgico, ammirante e ringraziante, magnificamente e sublimemente cinefilo. Il film tratta del rapporto esclusivo, unico, simbiotico, tra lei e suo padre (non c’è spazio per la madre, la sorella, ecc.). Emozioni irresistibili. Voli di fantasia straordinari, con Piazza del Popolo e Piazza Navona (quest’ultima da inquadratura zenitale) che si trasfigurano nelle fauci dentate della balena di Pinocchio. Lezioni di cinema tra le più alte del grande schermo (il padre raccomanda alla figlia, mentre gira il suo ultimo film da regista: “Ricordati di fare sempre i totali, per il contesto, la gente deve capire dove ci troviamo, se no, non capisce niente!… E così, il cinema ti mostra quello che trova!”). Da non perdere.

Curiosità: le tante, bellissime e rare immagini di repertorio che impreziosiscono il film, sono tratte dalle pellicole salvate dal macero e dall’oblio assoluto da parte di Luigi Comencini nell’immediato dopoguerra, con le quali diede origine alla Cineteca di Milano.

 

VALUTAZIONE SINTETICA: 8