ABOUT LUIS, recensione di Catello Masullo

Foto di Catello Masullo (21 ottobre 2024), da sx: la moderatrice Alessandra De Luca, la regista e sceneggiatrice Lucia Chiarla, l’attrice  Natalia Rudziewicz, la traduttrice  e la produttrice Claritta Kratochwil .

 

ABOUT LUIS, recensione di Catello Masullo

 

credits da: IMDB

 

ABOUT LUIS

Es geht um Luis (2024)

Directed by 

Lucia Chiarla

Writing Credits (in alphabetical order)  

Lucia Chiarla

Cast (in credits order)  

Max Riemelt Jens
Natalia Rudziewicz Constanze

Produced by 

Marcel Lenz producer
Tommy Niessner producer

Cinematography by 

Christoph Iwanow

Editing by 

Aletta von Vietinghoff

Sound Department 

Johannes Krause dialogue editor

Visual Effects by 

Fabiana Cardalda senior colourist

NOTE: CANDIDATO AL PREMIO DI CRITICA SOCIALE – SORRISO DIVERSO, FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2024

 

recensione di Catello Masullo: Il film, di produzione austriaca, è tratto da una pièce teatrale, dalla quale origina lo spunto generale e la trovata di non far mai apparire in scena il bambino, Luis. Ma la trovata geniale della regista e sceneggiatrice, la genovese Lucia Chiarla, è stata quella di ambientare la gran parte della storia all’interno dell’abitacolo del taxi del padre di Luis. Uno spazio limitatissimo, al limite del claustrofobico, dal quale metaforicamente non si può scappare. È uno dei film più acuti, più profondi, più efficaci nella denuncia del bullismo, senza mai mostrare sullo schermo un solo atto di bullismo. Mette in scena con la precisione dell’anatomopatologo i meccanismi con i quali si generano e si esplicano gli atti di bullismo, la discriminazione ed il pregiudizio, anche su supposte diversità nelle preferenze sessuali. Nonché i meccanismi perversi che vedono le istituzioni scolastiche, che dovrebbero essere preposte alla prevenzione di queste aberrazioni comportamentali, minimizzare o addirittura negare il fenomeno e, nei fatti, permetterlo e giustificarlo, con l’alibi dello schieramento con la “normalità” prevaricante delle maggioranze. Edificante ed esemplare, da portare nelle scuole di ogni ordine e grado.

Curiosità; ho chiesto alla regista: “Lucia, una analisi chiara e spietata sul bullismo il film la fa pronunciare alla nonna. È agghiacciante, ma, apparentemente definitiva e senza speranza. Perché viene allora contraddetta dal finale che riapre alla speranza di poter cambiare qualcosa nel sistema? Avete fatto ricerche sul bullismo anche in altri paesi?”. La risposta di Lucia Chiarla: “i due personaggi si trovano almeno sul modo di affrontare la cosa e stare assieme, ed è un valore. La nonna ha una visione lucida della società. Non vede speranza. Occupandosi del figlio e mantenere i contatti, siamo sempre in emergenza di lavoro, mantenere uno spazio di contatto è la speranza. Ripartiamo da noi, ascoltiamo il bambino ed il padre ascolta la madre. Diamo al figlio quello di cui ha bisogno, cambiare scuola e andare dallo psicologo. Prendersi il tempo. Rallentare, anche se la vita non ce lo permetterebbe ed anche ammettere gli errori sia individuali che della istituzione. La reazione delle istituzioni è negare il bullismo, rimbalzano le responsabilità. Entrano i meccanismi del potere, negare la responsabilità e farla ricadere sugli altri. Difficilissimo uscire da questa dinamica. Ho avuto un figlio a scuola al quale dicevano che non si doveva muovere con la sedia e lo scrivevano sulle note. Il genitore dovrebbe smettere il suo lavoro ed occuparsi a tempo pieno di questi problemi, si pensa che sia una fase che poi passa, e, invece, poi esplode.

Frasi dal cinema: “Il bullismo è connaturato al sistema capitalistico competitivo. Un avvocato non può cambiare proprio niente. I vincenti si sentono autorizzati a molestare i perdenti”. (la nonna ai genitori di Luis, per dissuaderli dal rivolgersi ad un avvocato per denunciare la scuola)

 

Valutazione sintetica: 8