Eterno visionario, recensione di Catello Masullo

Foto di Catello Masullo (19 ottobre 2024), da sx: l’attrice e produttrice Federica Luna Vincenti, l’attore Fabrizio Bentivoglio, il regista e sceneggiatore Michele Placido, l’attrice Valeria Bruni Tedeschi, l’attore Giancarlo Commare, l’attrice Aurora Giovinazzo, l’attore Michelangelo Placido.

Eterno visionario, recensione di Catello Masullo

credits E SINOSSI da: CINEMATOGRAFO.IT  

 

 

Eterno visionario

ITALIA, BELGIO 2024

Sinossi: 1934. In treno verso Stoccolma, dove riceverà il premio Nobel per la letteratura, Luigi Pirandello rivive il fascino e la magia dei personaggi che hanno popolato la sua vita e ispirato la sua arte. Davanti al suo sguardo passano i fantasmi di un’intera esistenza: la follia della moglie, incapace di comprendere e accettare la scelta di vita di un artista predestinato; il burrascoso legame con i figli, schiacciati dal genio paterno e per questo incapaci di volare con le proprie ali; il controverso rapporto con il fascismo; lo scandalo del suo teatro, sovversivo e troppo moderno per il perbenismo borghese; il sogno di un amore assoluto per Marta Abba, la giovane attrice eletta a sua musa ispiratrice in un’inestricabile compenetrazione fra arte e vita. Una fase della vita di Pirandello per rivelarne il mondo emotivo, l’umanità, le passioni, le ossessioni e l’esistenza più intima intrappolata fra l’amore dirompente e impossibile per Marta e il burrascoso rapporto con la dolorosa malattia della moglie Antonietta. Un racconto emozionante che si dipana fra Roma, la Stoccolma dei Nobel, la Berlino dei cabaret e di Kurt Weill, la Sicilia arretrata degli zolfatari e degli arcaici paesaggi. Per restituire il ritratto autentico e vivido, il tormento e la forza di un artista immenso, un implacabile, eterno visionario: un genio capace di trasformare in Arte la propria infelicità.

Regia: Michele Placido

Attori: Federica Vincenti – Marta Abba, Fabrizio Bentivoglio – Luigi Pirandello, Lorenzo GioielliMichele Placido – Saul Colin, Giancarlo CommareAnna GarganoAurora GiovinazzoMarcello MazzarellaGuia JeloValeria Bruni Tedeschi – Antonietta Portulano

Sceneggiatura: Michele PlacidoMatteo ColluraToni Trupia

Fotografia: Michele D’Attanasio

Montaggio: Consuelo Catucci

Scenografia: Tonino Zera

Durata: 112′

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO

Tratto da: libro “Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello” di Matteo Collura

Produzione: FEDERICA VINCENTI, JOSEPH ROUSCHOP PER GOLDENART, GAPBUSTERS, RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2024-11-07

NOTE

– PRESENTATO IN GRAND PUBLIC ALLA 19. FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2024).

 

recensione di Catello Masullo: Un Michele Placido in grande e splendida forma ci regala, dopo “L’Ombra di Caravaggio” un altro biopic originale, che resterà memorabile. Scoprendo lati dell’uomo Pirandello poco o per nulla conosciuti dal grande pubblico, e che sono invece essenziali per comprendere a pieno la genialità e le fonti di ispirazione del nostro più grande e innovativo drammaturgo. Un film sontuoso, come è raro vedere nelle nostre produzioni, con confezione superlativa e grande direzione di grandi attori. Da non perdere.  

Curiosità, ho chiesto al regista: “Michele, una sfida di ricostruzione storica nei vari decenni del ‘900 che porta alla ribalta mondiale le eccellenze italiane nei mestieri del cinema, come hai lavorato con Tonino Zera e Andrea Cavalletto, ed anche negli effetti visivi con Monica Galantucci? Ti prendi gioco del tuo gioco preferito, il cinema, quando fai dire a Fabrizio Bentivoglio, sul set cinematografico: “sembra incredibile che da questo caos possa nascere qualcosa di sensato”?. La risposta di Michele Placido: “hai citato tre persone con le quali lavoro da anni. Per un film del genere era importante avere una scenografia importante. La produzione non si è tirata indietro per le spese. Grazie a Tonino Zera abbiamo trovato in Belgio scenografie che in Italia non si trovano più. Ti voglio tanto ringraziare. Abbiamo trovato la stazione di Stoccolma in Belgio. Pure la sala del premio Nobel. Un sacco di soldi. Nei film italiani sono più rari gli investimenti. Dopo Caravaggio siamo saliti di un altro gradino. È la summa di quello che mi hai chiesto e ti ringrazio di quello che hai chiesto”.

 

Valutazione sintetica: 8