Il treno dei bambini, recensione di Catello Masullo

Fotografia di Catello Masullo (20 ottobre 2024), da sx: la moderatrice Alessandra De Luca, l’attrice Barbara Ronchi, l’attore Christian Cervone, la regista Cristina Comencini, il musicista Nicola Piovani, l’attrice Serena Rossi, l’autrice del romanzo Viola Ardone, l’attore Stefano Accorsi

Il treno dei bambini, recensione di Catello Masullo

 credits E SINOSSI da: cinemAtografo.it

 

Il treno dei bambini

ITALIA 2024

Sinossi: 1946. Amerigo ha otto anni e non si è mai allontanato da Napoli e da sua madre Antonietta. Il suo mondo, fatto di strada e povertà, però sta per cambiare. A bordo di uno dei “treni della felicità” passerà l’inverno al nord, dove una giovane donna, Derna, lo accoglierà e si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista una consapevolezza che lo porta ad una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita. Gli serviranno molti anni per scoprire la verità: chi ti ama non ti trattiene, ma ti lascia andare. Dal bestseller di Viola Ardone un film epico e struggente. Un viaggio attraverso la miseria, ma anche la generosità dell’Italia del dopoguerra, vista dagli occhi di un bambino diviso tra due Madri.

Regia: Cristina Comencini

Attori: Barbara Ronchi – Derna, Serena Rossi – Antonietta, Stefano Accorsi – Amerigo adulto, Christian Cervone – Amerigo, Francesco Di LevaAntonia TruppoMonica NappoDora Romano

Sceneggiatura: Furio AndreottiGiulia CalendaCristina ComenciniCamille Dugay Comencini

Fotografia: Italo Petriccione

Musiche: Nicola Piovani

Montaggio: Patrizio MaroneEsmeralda Calabria

Scenografia: Maurizio Leonardi

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: romanzo “Il treno dei bambini” di Viola Ardone

Produzione: CARLO DEGLI ESPOSTI E NICOLA SERRA PER PALOMAR

Distribuzione: NETFLIX

NOTE

– PRESENTATO IN GRAND PUBLIC ALLA 19. FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2024).

 

recensione di Catello Masullo: Il bestseller di Viola Ardone ci ha rivelato una storia del tutto sconosciuta e, forse, misconosciuta, come molte delle storie che riguardano le donne ed i bambini del nostro paese (e non solo). L’immediato dopoguerra ha forse conosciuto un breve, solo due anni circa, ed unico periodo di reale pacificazione del nostro paese. Uno sforzo collettivo ed un afflato a fare sistema, a sostenersi l’un l’altro per ricostruire una terra devastata dal conflitto bellico. In questo contesto è stato davvero encomiabile l’iniziativa dell’Unione Donne Italiane, appoggiata e finanziata dal PCI, di grande solidarietà tra italiani, che prevedeva il soggiorno per alcuni mesi di bambini provenienti da regioni molto povere, del sud Italia, nei quali non avevano nemmeno di cui sfamarsi, presso famiglie delle regioni del nord del paese, che meglio erano attrezzate e che più rapidamente marciavano verso la ripresa. Una iniziativa che creò una reciproca conoscenza e rapporti di amicizia che sono durati nel tempo. Bene ha fatto Cristina Comencini ad accendere i riflettori del grande pubblico del cinema su questa vicenda. Con un film epico, epocale, toccante e coinvolgente. Con una confezione d’altri tempi, di “cinema cinema”, musiche d’autore, di Nicola Piovani, una direzione magistrale di splendidi attori. Imperdibile.

 

Curiosità: ho chiesto alla regista: “Cristina, tra le tante note di merito del film, mi ha colpito l’attenzione ai dettagli. Quando il giovane protagonista sta per ripartire da Modena, Barbara Ronchi gli aveva preparato dei panini con la mortadella che avvolge con un tessuto (che bella epoca, con gli involucri riciclabili e sostenibili…) e li mette in valigia per il viaggio. Una mosca si posa sul tessuto, attratta probabilmente dal profumo della mortadella. L’hai lasciata nel montaggio finale per avere il massimo della verosimiglianza e del realismo, oppure per “è buona la prima”, come nella mosca della celeberrima scena degli spaghetti di “Un Americano a Roma?”. La risposta di Cristina Comencini: “la domanda delle mosche non me l’aspettavo, ma è divertente. La campagna è piena di mosche. Ho cercato di dare grande credibilità a tutta la storia. Abbiamo fatto un grande lavoro. Per essere sempre in termini di realtà, siamo stati molto attenti che fosse un film autentico. È difficile. L’epoca. Con tanti bambini. Le mosche partecipano alla storia ed alla realtà”.

Valutazione sintetica: 8