LILIANA, recensione di Catello Masullo

Foto di Catello Masullo (20 ottobre 2024), da sx: la moderatrice Alessandra De Luca, la Senatrice a vita Liliana Segre, il regista Ruggero Gabbai, l’autore delle musiche Piero Salvatori.

LILIANA, recensione di Catello Masullo

 

credits E SINOSSI da: mymovies

 

LILIANA
Regia di Ruggero Gabbai.

Un film Genere Documentario –

Italia2024,

durata 84 minuti.

Sinossi: Liliana è un documentario di Ruggero Gabbai che ripercorre la testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre legata all’arresto, alla deportazione e allo struggente ultimo addio al padre. Il film si basa su accostamenti, rimandi e contrasti tra il racconto storico e il ritratto contemporaneo di una delle donne più importanti del panorama italiano. Il docu-film mette in luce gli aspetti meno conosciuti della senatrice, facendo scoprire una figura culturale e politica moderna e appassionata nel trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di libertà e uguaglianza. A raccontarla sono le voci delle persone a lei vicine: i figli, i nipoti, personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Geppi Cucciari, Fabio Fazio, Enrico Mentana, i carabinieri della scorta, che permettono di avvicinarsi a una Liliana più familiare e privata.

NOTE: CANDIDATO AL PREMIO DI CRITICA SOCIALE – SORRISO DIVERSO, FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2024

 

recensione di Catello Masullo: Ruggero Gabbai aveva realizzato, nel 1997, “Memoria”, un fondamentale documentario sulla memoria della shoah. Furono girate, per la preparazione e le ricerche, 400 ore, che ancora oggi costituiscono una miniera di studio preziosissima. Sette di queste 400 ore erano quelle dedicate ad una lunga intervista a Liliana Segre. Questo materiale filmato è stato lo spunto che ha dato l’impulso alla realizzazione di questo “Liliana”. Con integrazioni di preziose interviste recenti. Che ci restituiscono un personaggio di statura monumentale. Bella la definizione che ne dà Ferruccio De Bortoli: “affettuosa per certi versi, ma implacabile nei dettagli. Non risparmia niente”. “Implacabile” è un aggettivo che si attaglia bene anche alla sua lucidità, che emerge prepotente dal suo eloquio, semplice, pacato, senza mai un aggettivo o un congiuntivo fuori posto, senza intercalari e pause riflessive, con una sorprendente gestione dei tempi televisivi e cinematografici delle interviste. L’incarnazione di un messaggio di straordinaria forza contro l’istigazione all’odio, contro il razzismo, contro la violenza, contro la discriminazione, di genere e non. La donna più anziana di Europa (ha 94 anni) ad avere una scorta per le minacce ricevute. Inaccettabili quanto imbecilli. Lei stessa nel film riferisce di aver letto un auspicio per una sua morte tra atroci tormenti, esprimendo sincere preoccupazioni per i problemi esistenziali dell’estensore. Su una lastra di marmo posta a Rondine, un luogo dove si incontrano giovani di popoli diversi, che sono educati all’odio reciproco, per esplorare l’unica soluzione possibile, quella della reciproca conoscenza e riconoscenza, è posta una delle frasi più memorabili di Liliana Segre: “ho scelto la vita e sono diventata libera”, con esplicito riferimento al momento in cui i loro carcerieri, dopo una marcia di giorni nella neve, si sono spogliati delle divise e si sono messi in abiti civili abbandonando il ruolo e le armi, allorché la Segre, che aveva covato rancore verso di loro per l’anno e mezzo di inferno trascorso ad Aushwitz , tra i 13 ed i 14 anni di età, era stata sfiorata dalla tentazione di raccogliere le armi gettate a terra dagli aguzzini e rivolgerle verso di loro. Una tentazione durata solo qualche secondo. Annullata dalla educazione ricevuta in famiglia, secondo la quale mai si deve recidere una vita umana. E quindi, scelse la vita, non solo sua, ma anche quella dei suoi carnefici, acquistando finalmente la agognata libertà.

Curiosità; il film si chiude con una frase di Liliana Segre, posta ad esergo finale, con specifico riferimento alle minacce di morte ricevute: “Se qualcuno mi vuole ammazzare, lo faccia, ma io non scappo più!”.

 

Valutazione sintetica: 7.5/8