Megalopolis, recensione di Catello Masullo
credits E SINOSSI da: cinemAtografo.it
USA 2024
Sinossi: Un artista geniale con il potere di fermare il tempo combatte contro un sindaco ultraconservatore per salvare il mondo morente e ispirare speranza. Megalopolis è un’epopea romana ambientata in un’America moderna e immaginaria. La città di New Rome sta cambiando, causando aspri conflitti tra Cesar Catilina, geniale artista che cerca di proiettarsi in un futuro utopico e idealistico, e la sua nemesi, il sindaco Franklin Cicerone, reazionario e legato a uno status quo regressivo, avido e corrotto. Tra i due si inserisce Julia, la figlia del sindaco che, essendo innamorata di Cesar Catilina, si trova a dover scegliere in chi riporre la propria lealtà e a chiedersi cosa merita, davvero, l’umanità.
Regia: Francis Ford Coppola
Attori: Adam Driver – Caesar, Nathalie Emmanuel – Julia Cicero, Giancarlo Esposito – Frank Cicero, Jon Voight, Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Talia Shire, Kathryn Hunter, Dustin Hoffman
Sceneggiatura: Francis Ford Coppola
Fotografia: Mihai Malaimare Jr.
Musiche: Osvaldo Golijov
Montaggio: Glen Scantlebury
Durata: 138
Colore: C
Produzione: FRANCIS FORD COPPOLA, MICHAEL BEDERMAN
Distribuzione: EAGLE PICTURES
Data uscita: 2024-10-16
NOTE
– PRESENTATO IN CONCORSO AL 77. FESTIVAL DI CANNES (2024).
recensione di Catello Masullo: “La nostra repubblica americana non è così diversa dalla antica Roma”, recita la voce fuori campo posta ad esergo iniziale. Una dichiarazione programmatica di intenti. Una affermazione, condivisibile, secondo la quale la società di duemila anni fa era composta da uomini animati dalle stesse passioni e pulsioni degli uomini di oggi. La immutabilità del genere umano, diacronicamente trasversale al tempo ed allo spazio. “Quando crolla un impero, lo fa in un unico istante? No. Ma arriva un momento in cui il popolo non crede più in lui. È questo il momento in cui un impero crolla”, continua il parallelo. Allora come oggi, è la lotta per il potere che comanda. Il conflitto tra innovatori e conservatori: “la gente ha bisogno di aiuto. Adesso. / Non confondere l’adesso con il per sempre!”, lo scambio tra il conservatore, il sindaco (Giancarlo Esposito – Frank Cicero) e l’innovatore (Adam Driver – Caesar). Il cinismo sovrasta anche i sentimenti più puri ed intensi: “Ti amo, con tutto il mio cuore. / Mai sposarsi per amore!”, lo scambio tra Nathalie Emmanuel – Julia Cicero e Adam Driver – Caesar. La voce fuori campo domina e chiarisce il pensiero filosofico dell’autore: “L’avidità è parola che gli uomini inetti invidiano agli uomini ambiziosi!”, e, “quando ci lanciamo nell’ignoto dimostriamo di essere liberi!”. Autore che parla anche attraverso i suoi protagonisti e le citazioni che fanno dei classici: “Lo scopo della vita non è schierarsi con la maggioranza, ma non ritrovarsi nelle schiere dei folli. Marco Aurelio” (Nathalie Emmanuel – Julia Cicero, rivolta a suo padre, Giancarlo Esposito – Frank Cicero). Oppure: “Vedi, Cicerone, ci sono solo due cose che non possiamo fissare troppo a lungo: il sole e la nostra coscienza!”(Adam Driver – Caesar rivolto a Giancarlo Esposito – Frank Cicero). Francis Ford Coppola, 85 anni, 79 film da produttore, 40 da regista, 30 da sceneggiatore, 55 premi e 55 nominations, 5 Premi Oscar, una leggenda vivente della storia del cinema, ci regala una esperienza cinestetica inebriante, ipnotica, strabordante, visionaria, fascinosa, lisergica, barocca, decadente, romantica, simbolica e metafisica, crepuscolare, onirica, sorprendente, incurante della (apparente) razionalità e continuità narrativa, anarchicamente libera, sognatrice, caleidoscopica, magica. In definitiva la quintessenza del “cinema cinema”, quello di una volta, ma totalmente reiventato e proteso verso un futuro di sperimentalismo. Di ricerca, da cinema nuovo che ti aspetti da una talentuosa promessa per il futuro. E quindi da un eterno giovane del cinema, che sa ancora osare come un ventenne. E lo fa mettendo a rischio il suo patrimonio personale (come ha fatto Kevin Kostner con il suo ultimo “Horizon”). Tanto di cappello.
Curiosità: il film ha questa dedica finale: “Per la mia amata moglie Eleanor” (la quale, curiosità nella curiosità, aveva esordito alla regia alla tenera età di 80 anni…, con “Parigi può attendere”, ndr.).
Valutazione sintetica: 8