Reading Lolita in Tehran, recensione di Catello Masullo

Foto di Catello Masullo (19 ottobre 2024), da sx: L’autrice del romanzo e sceneggiatrice Azar Nafisi, il regista Eran Riklis, le attrici Mina Kavani, Golshifteh Farahani e Zar Amir,  i produttori Marica Stocchi e Gianluca Curti, Rai Cinema

Reading Lolita in Tehran, recensione di Catello Masullo

 

credits da: imdb

 

Reading Lolita in Tehran (2024)

Directed by 

Eran Riklis

Writing Credits (in alphabetical order)  

Marjorie David
Azar Nafisi (based on the novel by)

Cast  

Golshifteh Farahani Azar Nafisi
Zar Amir Ebrahimi Sanaz
Mina Kavani Nassrin
Reza Diako Bahri
Arash Marandi Bijan Nafisi
Catayoune Ahmadi Mahtab
Sina Parvaneh Niyazi
Other cast:
Lara Wolf Azin
Raha Rahbari Manna
Isabella Nefar Yassi
Abbas Fasaei Arash
Bahar Beihaghi Mahshid
Ash Goldeh Nima
Hamid Karimi Ghomi
Zanyar Mohammadi Farzan
Shahbaz Noshir Magician

Produced by 

Jacopo Cino line producer
Gianluca Curti producer
Moshe Edery producer
Dana Lustig executive producer
Marcello Mustilli executive producer
Eran Riklis producer
Shaul Scherzer executive producer
Michael Sharfstein producer
Marica Stocchi producer
Santo Versace producer

Music by 

Jonathan Riklis (original music by)

Cinematography by 

Hélène Louvart

Editing by 

Arik Lahav-Leibovich (edited by)

Production Design by 

Tonino Zera (production design)

Art Direction by 

Marco Bagnoli

Set Decoration by 

Miriam Fischer (set decorations)
Sofia Zera assistant set decorator

Costume Design by 

Maria Luisa Montalto

Makeup Department 

Veronica Beffa makeup artist
Mariangela Corvino crowd makeup supervisor
Erika Zamprioli key makeup artist
Ilaria Zamprioli makeup designer

Production Management 

Filippo Bitterlin unit manager
Birsin Colakoglu unit manager

Second Unit Director or Assistant Director 

Sogand Sara Fakheri personal assistant to the director
Marco Foti second assistant director
Anna Guerra assistant director
Luca Padrini additional assistant director
Francesca Polic Greco first assistant director
Valentina Vincenzini second second assistant director

Art Department 

Zera Alessandro assistant property master
Daniele Bonfiglio illustrator / storyboard artist
Vittoria Colangelo props coordinator
Marco De Matteo Graphic Artist
Giancarlo Di Fusco head painter: art department

Sound Department 

Aviv Aldema Supervising Sound Editor / premixing / sound designer
Gianluca Costamagna sound recordist
Maximilien Gobiet boom operator: second boom
Nin Hazan premixing / sound designer
Alessandro Molaioli boom operator: first boom
Nadia Paone re-recording mixer
Vittoria Tarenzi boom operator: second boom

Visual Effects by 

Ameleto Cascio visual effects artist

Stunts 

Davide Balzanetti stunt performer
Nicola De Santis stunt performer
Federico Diust stunts
Marco Patrassi stunts

Camera and Electrical Department 

Giorgia Artino electrician
Paolo Berselli camera trainee
Clarissa Cappellani camera operator “b” cam
Paolo Catalano grip
Nicola Cera 2nd assistant “a” camera
Paolo Colajanni key grip
Luigi Cortese 1st assistant “b” camera
Michele Cressi light console operator
Cristian D’Alessio C camera operator
Raffaello Dileo electrician
Manuel Incagnoli steadcam operator
Michele Giuseppe Lacerenza gaffer
Laura Paciotta data manager
Antonio Paolucci digital imaging technician
Marcello Pazzaglia Digital image technician
Francesco Pera 1st assistant “a” camera
Maria Vittoria Piccirillo video operator

Casting Department 

Michal Koren casting
Alessandro Loffredi extras casting and coordinator

Costume and Wardrobe Department 

Jessica Pierobon costumer

Editorial Department 

Thomas Bouffioulx colour consultant
Filippo Pantaleoni colorist
Matteo Tocci on-line editor

Additional Crew 

Irina Brigenti Assistant production coordinator
Noémie Bécache International Sales
Francesca Claudione administrative accountant
Paola De Lorenzo assistant accountant
Rita Filippin production coordinator
Marcello Mustilli legal services

NOTE: CANDIDATO AL PREMIO DI CRITICA SOCIALE – SORRISO DIVERSO, FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2024

 

recensione di Catello Masullo: Vedendo questo film, sapendo che è tratto dal romanzo autobiografico della iraniana Azar Nafisi, ambientato a Tehran, recitato dalle più brave attrici iraniane (che cominciano a fare concorrenza alle loro colleghe inglesi, da sempre sull’Olimpo mondiale), si ha la sensazione di vedere uno dei film iraniani di altissima qualità cinematografica, che raccolgono importanti riconoscimenti in tutto il mondo. Sorpresa, nulla (o quasi) di tutto questo. Si tratta di una co-produzione di Israele e Italia, diretto da un regista israeliano, il 70-enne Eran Riklis e girato in Italia, in gran parte a Roma (si riconosce chiaramente il vecchio palazzo dei congressi all’Eur, che la con le sue imponenti architetture razionaliste del ventennio, progettato dal famoso architetto Adalberto Libera alla fine degli anni ’30, potrebbe perfettamente essere scambiato per uno di grandi edifici pubblici della capitale iraniana). Ma questo non toglie nulla al film, uno dei più quotati di quelli presentati alla XIX edizione della Festa del Cinema di Roma. La storia, vera, è straordinaria ed ha una protagonista straordinaria, la professoressa Azar Nafisi, interpretata magnificamente da Golshifteh Farahani, la star del cinema iraniano, oramai in esilio all’estero, come molti dei grandi cineasti ed attori iraniani, perseguitati dal loro regime. La professoressa, che all’inizio della storia lavorava all’estero, fu chiamata dalla Università di Tehran a tenere un corso di letteratura inglese. Si trasferì quindi con il rientro in patria, accompagnata dal marito ingegnere, a sua volta iraniano. La sua vita venne travolta e stravolta dalla rivoluzione di Khomeini, con le devastanti e progressive restrizioni di tutti i diritti civili, specie di quelli delle donne, a partire dalla imposizione del velo islamico e dai numerosi divieti dell’integralismo islamico, a tutti tragicamente noti. Azar Nafisi ha provato per lunghi anni ad opporsi a quelle che riteneva pure ed illogiche assurdità (“Pensare non è reato”, afferma nel film, vedendosi ribattere dalla più cara amica, Sanaz, un doloroso : “ed invece, si!”). Fino a doversi arrendere, suo malgrado. Il racconto di questa vicenda è un articolato e motivato grido di dolore, nonché un manifesto, alto, di lotta contro le discriminazioni e le violenze di genere. Di quelli che lasciano il segno, oltre che il groppo alla gola. Un film imprescindibile.

Curiosità, ho chiesto al regista: “Eran, come hai giocato con la magia del cinema che ti ha consentito di immaginare i luoghi di Tehran dove si svolge la scena ancora nel paradiso dell’era ante-rivoluzione? E poi come hai lavorato sulle musiche, ad esempio con il ritmo incalzante e trascinante per l’arrivo delle ex studentesse a casa della professoressa?”. La risposta di Eran Riklis: “il potere della immaginazione, ho pensato a questa storia, da quello che sento, e intuizione. Questa è l’università di Teheran, la conosco anche se non l’ho mai vista. Ti fidi delle tue intuizioni e poi vai a verificare. Il compositore delle musiche è seduto qui, è mio figlio. Ho pensato molto alle musiche. Iraniane. La musica deve assecondare ed integrare il film. Deve andare contro le immagini. Radici iraniane, ma deve avere radici di libertà. Jonathan viene dal jazz, che significa libertà e variazioni infinite. Ho incontrato musicisti iraniani che mi hanno detto che la musica iraniana è jazz. Spero che sei d’accordo”.

 

 

Valutazione sintetica: 9