Foto di Catello Masullo (18 ottobre 2024), da sx: la moderatrice Alessandra De Luca e il regista, sceneggiatore e attore protagonista Viggo Mortensen
The Dead Don’t Hurt, recensione di Catello Masullo
credits E SINOSSI da: cinemAtografo.it
The Dead Don’t Hurt – I morti non soffrono
The Dead Don’t Hurt
MESSICO, CANADA, DANIMARCA 2023
Sinossi: Vivienne Le Coudy è una donna indipendente, che stringe una relazione con l’immigrato danese Holger Olsen e si trasferisce con lui a Elk Flats, Nevada. Quando Olsen decide di combattere nella Guerra Civile, Lascia Vivienne a cavarsela da sola, in un luogo controllato dal corrotto sindaco Rudolph Schiller e dal suo spregiudicato socio in affari Alfred Jeffries.
Regia: Viggo Mortensen
Attori: Vicky Krieps – Vivienne Le Coudy, Viggo Mortensen – Holger Olsen, Solly McLeod – Weston Jeffries, Danny Huston – Rudolph Schiller, Garret Dillahunt – Alfred Jeffries, Colin Morgan – Lewis Cartwright, Ray McKinnon – Giudice Blagden, W. Earl Brown – Alan Kendall, John Getz – Reverendo Simpson, Nadia Litz – Martha Gilkyson
Sceneggiatura: Viggo Mortensen
Fotografia: Marcel Zyskind
Musiche: Viggo Mortensen
Montaggio: Peder Pedersen
Durata: 129
Colore: C
Produzione: REGINA SOLÓRZANO, JEREMY THOMAS, VIGGO MORTENSEN
Distribuzione: MOVIES INSPIRED
Data uscita: 2024-10-24
NOTE
– PRESENTATO IN GRAND PUBLIC ALLA 19. FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2024).
recensione di Catello Masullo: Viggo Mortensen è un grande animale da cinema. Che stia davanti o dietro la macchina da presa, e ancora di più se sta da entrambe le parti. Non sbaglia un film. Non fa eccezione questo “The Dead Don’t Hurt – I morti non soffrono”. Un western atipico. Una storia d’amore. La storia di una donna forte ed indipendente, ispirata alla madre del regista. Scritta durante il primo lockdown, in Spagna. Inizialmente non in ambiente western. Ma poi esaltata da tale ambiente, in cui quel tipo di donna maggiormente avrebbe avuto a suo tempo problemi non indifferenti. Viggo trova la fortuna di avere una “complice” d’eccezione, come Vicky Krieps, capace di trasmettere emozioni senza parlare, con uno straordinario linguaggio del corpo. Un duello di fioretto che vale da solo il prezzo del biglietto, come usa dire (interessanti al proposito le considerazioni del regista alle mie “provocazioni”, di cui di seguito). Da non perdere.
Curiosità, ho chiesto al regista: “Viggo, curiosità su due scene. Vicky Krieps a cavallo con il figlio attraversa una pozza d’acqua, tu la segui a cavallo e risalendo lei ti tende la mano, per un aiuto che non ti servirebbe, ma per fare un tratto mano nella mano, una scena di una tenerezza assoluta. Rara in un western. Era scritta così in sceneggiatura? E poi ti fai correggere da Vicky due volte la pronuncia di omelette. Non hai avuto paura che te l’avesse fatta con funghi avvelenati come quella che faceva a Daniel Day Lewis ne “il filo nascosto”?. La risposta di Viggo Mortensen: “no, non l’ho pensato. Per la prima domanda, mi fa piacere che l’hai notata. È una scena molto breve. Con la musica è speranzosa. Non è celebrativa. Il Ioro rapporto può essere ricostruito, sta cercando di adattarsi al cambio di situazione. La donna va avanti, il bambino sta con lei. È lei che conduce. E mostra che questa donna è capace di fare delle cose. Non è debole e passiva. Quando gli porge la mano, come dici tu, lui non ha bisogno di aiuto, lui non la guarda, e lei non guarda lui. Ma prende la mano, come per dire proviamoci. E lui pensa a sua volta. Proviamoci. È una confessione non verbale e la scena successiva la bacia. Due scene molto importanti. Non ho pensato alla omelette con i fughi avvelenati. Mi è piaciuto. È una sequenza rischiosa. Lui si sveglia, sapevo che con lei le cose te le puoi immaginare. È un’attrice molto forte che può comunicare senza parlare. Il rischio è che il dialogo è stupido, sembro un’idiota. L’omelette. Lei lo guarda con la luce del giorno. Lei si dice questo è un cretino, come faccio a liberamene? Il gioco delle parole dell’omelette sulla pronuncia riguarda il fatto che loro due sono cocciuti. Ma in grado di giocare tra loro. E si imposta in modo diverso. È una storia d’amore. Di una donna molto forte e indipendente. Il metodo l’accettazione. Una certa umiltà nei rapporti. Di quanto non sia l’idea della vendetta o di avere l’ultima parola, l’omelette. Mi auguro che sia divertente e commovente. Lei dice quando te ne vai e lui dice me ne vado. È divertente.
Valutazione sintetica: 7.5/8