Il messaggero
Genere: horror
Nazione: USA
Anno produzione: 2009
Durata: 92’
Regia: Peter Cornwell
Cast: Virginia Madsen, Elias Koteas, Martin Donovan, Kyle Gallner, Amanda Crew
Sceneggiatura: Tim Metcalfe, Adam Simon
Distribuzione: Key Films
Tra la vita e la morte
Tratto da una storia vera, il film racconta il terrificante episodio di una famiglia alle prese con le forze oscure del mondo soprannaturale che infestano una vecchia casa del New England.
Quando i Campbell si trasferiscono nel Connecticut, apprendono immediatamente che la loro bella dimora in stile vittoriano ha un passato inquietante: non solo venne utilizzata come camera mortuaria, ma fu anche il rifugio di un famoso occultista dedito alla Negromanzia.
Ancora quella casa!
Il messaggero (“The Haunting in Connecticut”, 2009) mette in luce gran parte dei limiti “fisiologici” di un sottogenere del cinema Horror che ha probabilmente esaurito la propria vena creativa da parecchi anni. Le storie sulle cosiddette “case infestate”, quasi sempre ambientate nella Nuova Inghilterra, dopo il picco raggiunto tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli ’80, non hanno più saputo proporre nulla di veramente originale, utilizzando quale unico pretesto per attirare il pubblico l’affermare di basarsi su di una vicenda realmente accaduta, della quale però non si riesce mai ad accertarne la veridicità.
La pellicola propone una trama poco ricercata e intrisa dei più tipici stilemi dell’Horror di oggi, tutto rumori e colpi di scena, espedienti di regia di moda a seguito del grande successo riscosso da diverso tempo dai film giapponesi, che lavorano per l’appunto su di uno “spavento” abbastanza banale e immediato.
Risulta per converso piacevole riscontrare nell’opera di Peter Cornwell una certa attenzione verso i sentimenti, insieme alla descrizione dal taglio intimistico di alcuni dei protagonisti. Così facendo, questo prodotto si distanzia almeno un po’ dalla sequela di facce deformate e suoni metallici che ormai impazza in questo genere cinematografico, e dove i personaggi non sono altro che pura “carne da cannone”.
Concludendo, quando ci si trova dinanzi a un film Horror riguardante una casa infestata da entità maligne e ispirato a una storia (forse) effettivamente successa, è quasi impossibile non scadere nel retorico. Ciononostante, questo primo lungometraggio di Cornwell – fattosi già notare dai produttori hollywoodiani con il pluripremiato corto di animazione Ward 13 (2003) – ripropone con efficacia quell’aspetto puramente narrativo che questo tipo di cinema sembrava aver praticamente dimenticato.
Riccardo Rosati