Volonté – L’uomo dai mille volti , RECENSIONE DI CATELLO MASULLO
Credits a sinossi da https://www.labiennale.org/it/cinema/2024/venezia-classici/volont%C3%A9-l%E2%80%99uomo-dai-mille-volti
Volonté – L’uomo dai mille volti
Venezia Classici
Regia: | Francesco Zippel |
Produzione: | Quoiat Films (Francesco Zippel, Federica Paniccia), Rai Documentari (Fabrizio Zappi, Fabio Mancini), Luce Cinecittà (Enrico Bufalini) |
Durata: | 97′ |
Lingua: | Italiano, francese |
Paesi: | Italia |
Interpreti: | Giovanna Gravina Volonté, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Valerio Mastandrea, Marco Bellocchio, Margarethe Von Trotta, Felice Laudadio, Daniele Vicari, Angelica Ippolito, Mirko Capozzoli, Gianna Giachetti, Pierfrancesco Favino, Jean A. Gili, Toni Servillo, Fabio Ferzetti, Gianna Gissi – come se stessi |
Sceneggiatura: | Francesco Zippel |
Fotografia: | Marco Tomaselli |
Montaggio: | Michele Castelli |
Musica: | Rodrigo D’Erasmo |
Suono: | Vincenzo D’Antuono |
Ricerche d’archivio: | Raffaella Palladio, Beba Gabanelli |
sinossi
Nel trentennale della morte di Gian Maria Volonté, uno dei più importanti e amati attori della storia del cinema italiano, questo film ne ricorda il percorso personale e artistico sottolineando quanto egli sia ancora oggi un riferimento assoluto per i più importanti interpreti contemporanei. Sono loro, insieme alla famiglia e agli amici, e a immagini, clip e filmati inediti, a raccontarne l’unicità, l’attualità e le tematiche che lo hanno accompagnato e definito nel suo cammino artistico e militante.
commento del regista
Diceva Francesco Rosi: “Ci sentivamo tutti parte di una grande avventura, far rivivere sullo schermo la vita. Il nostro è un mestiere particolare, se lo fai con passione non te ne puoi liberare”; i suoi “comandamenti” somigliano moltissimo a quelli di Gian Maria Volonté. Un uomo integro, meticoloso fino all’ossessione, politicamente appassionato, ammirato da colleghi, pubblico e critica. Un attore coerente e appassionato, che ha instaurato felici sodalizi professionali con registi come Montaldo, Petri e Rosi, che ha saputo raccontare una galleria magnifica di personaggi. Le sue scelte sono state sempre guidate dall’intento di raccontare figure che risuonassero con la sua curiosità e con la volontà di restituire frammenti di un preciso mosaico storico. Ho cercato di restituire il profilo di quest’uomo complesso e affascinante, compiendo un viaggio che mi ha messo in contatto con importanti figure del nostro cinema contemporaneo.
produzione/distribuzione
PRODUZIONE 1: Quoiat Films – Francesco Zippel
Via Paraguay 5
00198, Roma, Italy
Tel. 39 3473542874
francesco@quoiat.com
PRODUZIONE 2: Rai Documentari – Fabrizio Zappi, Fabio Mancini
Viale Mazzini 14
00195, Roma, Italy
Tel. 39 0636865129
fabio.mancini@rai.it
PRODUZIONE 3: Luce Cinecittà – Enrico Bufalini
Via Tuscolana 1055
00173, Roma, Italy
Tel. 39 06722861
e.bufalini@cinecitta.it
DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: Alessandra Tieri – Lucky Red
Tel. 39 335.8480787
a.tieri@luckyred.it
DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: RAI CINEMA INTERNATIONAL DISTRIBUTION – FULVIO FIRRITO
PIAZZA ADRIANA 12
00193, Roma, Italy
Tel. 39 06 33179601
Mob. 39 3509676445
fulvio.firrito@raicinema.it
UFFICIO STAMPA: Lucrezia Viti, Livia delle Fratte
Boom Pr
Piazza Prati degli Strozzi, 35
00195, Roma, Italy
Tel. +39 348 2565827; +39 349 2233828
info@boompr.it
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Francesco Zippel è uno straordinario documentarista, specializzato nei ritratti di artisti del cinema e della letteratura. Ha avuto la possibilità di lavorare al fianco di autori come Wes Anderson, in “Castello Cavalcanti” e “Grand Budapest Hotel”, e “William Friedkin” in “The Devil and Father Amorth”, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2017. Durante la lavorazione di questo film è nata l’idea e di lì a poco hanno avuto inizio le riprese di “Friedkin Uncut”, presentato in concorso nella sezione Venezia Classici della Mostra del Cinema 2018. Nel 2021 ha presentato al Festival di Cannes il film documentario “Oscar Micheaux – The Superhero of Black Filmmaking” e nel 2022 ha diretto “Sergio Leone – L’italiano che inventò l’America”. Questo suo ultimo film, del 2024, “Volonté – L’uomo dai mille volti”, realizza una degna celebrazione del 30esimo anniversario della prematura scomparsa di uno dei più grandi attori della storia del cinema e del teatro, Gian Maria Volonté (la morte avvenne, per infarto fulminante, il 6 dicembre del 1994, sul set del suo ultimo film, non terminato, per la regia di Theo Angelopoulos, quasi ad avverare la profezia di una indovina che gli aveva pronosticato una fine subitanea per uno sparo nel cuore, ironico riferimento ad uno dei ruoli di maggior successo, quello del Ramon di “Per un Pugno di Dollari”, di Sergio Leone, che teorizzava la necessità di sparare sempre al cuore della persona che si voleva uccidere). Zippel realizza un ritratto completo e vivido, con un intelligente uso del repertorio e, soprattutto, con le testimonianze dei suoi colleghi attori, dei registi con i quali ha lavorato e delle persone a lui più vicine. Significative quelle di Margareth Von Trotta: “Non ha mai fatto un ruolo, è sempre diventato il ruolo… questo è unico”, quelle di Daniele Vicari: “Ha avuto una influenza gigantesca. Uno che si sporca le mani con la realtà… Metteva il desiderio di libertà, il desiderio di emancipazione, prima di ogni cosa. Prima anche dell’arte.”, quelle della figlia, Giovanna Gravina Volonté: “La mia nascita fu uno scandalo enorme. De Laurentiis annullò il contratto per 5 anni che aveva con mia madre (Carla Gravina, ndr.), che viveva con un uomo sposato. Mio padre non mi poteva riconoscere, perché all’epoca (1961, ndr.) c’era una legge secondo la quale sarei diventata la figlia di sua moglie… Mi ha scritto una sola lettera, quando avevo 15 anni e volevo lasciare la scuola per fare la costumista… per convincermi a non lasciare la scuola mi scrisse: ti confesso, non lo dire a nessuno, io volevo fare lo scrittore, ho fatto l’attore per capire”, quelle di Pierfrancesco Favino: “Per capire Gian Maria bisogna vedere “Caravaggio”, vederlo in televisione si capisce che è la nascita del nuovo attore italiano”, quelle della sua ultima compagna, Angelica Ippolito: “Quando andò sul set l’ultima amante di Lucky Luciano, esclamò esterrefatta : è iss! (“è proprio lui!”, ndr.)… quando arrivò Gianna (la costumista Gianna Gissi, ndr.) si meravigliò molto quando vide che quello che lei aveva disegnato nei suoi bozzetti Gian Maria era già così (taglio dei capelli, abbigliamento, ecc. , ndr.), quelle di Toni Servillo: “Hai l’impressione che la battuta in bocca la generava sorgiva!”, quelle del grande critico francese Jean Gili: “Si può far risalire al 1972 la nascita di una scuola italiana… la Palma d’Oro condivisa da due film a Cannes c’è stata una mezza dozzina di volte. Nel ’72 per le due interpretazioni straordinarie di Volonté nei film di Rosi (“Il Caso Mattei”, ndr.) e di Petri (“La Classe Operaia va in Paradiso”, ndr)”, quelle del critico italiano Fabio Ferzetti: “Ha deciso di non fare pace con niente nella sua vita… ha avuto la bravura di lavorare sulle sue ferite. Ha scelto, forse, di lasciarle aperte”. Il film racconta non solo l’attore, ma anche l’uomo, di una integrità, una coerenza, una radicalità, uniche. Senza mai una eccezione. Che lo portavano a rifiutare contratti plurimilionari per film che non rispettavano i suoi rigorosi canoni etici. A ritirarsi a vivere per periodi consecutivi di durata fino a due anni di fila nella sua amata barca all’isola de La Maddalena, per ricaricare le sue energie mentali. Il film ci svela che Volonté aveva sviluppato un suo particolare metodo, basato sulla carta e la penna, con scritture e riscritture multiple e continue, che gli permetteva di entrare nel personaggio in modo totalizzante. Talmente, da non essere in grado di uscirne prima della fine del film, persino nella vita reale (la sua compagna Angelica Ippolito riferisce che, quando cominciava la preparazione, andava agli “arresti domiciliari” e che, quando era entrato nel personaggio, lei non aveva più a che fare con il suo compagno di vita, ma con quel personaggio e che l’unico modo di conviverci era di parlare a lui come al personaggio e non ad altri). Da non perdere.
Curiosità: il film è dedicato a Vera Pescarolo (attrice, produttrice, sceneggiatrice, aiuto regista e direttrice del casting, per 65 anni in sodalizio a artistico e meta-artistico con il marito Giuliano Montaldo, deceduta nel 2024, a distanza di soli 7 mesi dalla morte del marito, ndr.) e a Giuliano Montaldo.
VALUTAZIONE SINTETICA: 8