TULIPANI DI SETA NERA 2024: COLORCARNE
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO
TITOLO | COLORCARNE |
DURATA | 10’ |
DATA DI REALIZZAZIONE | 2023 |
REGIA | ALBERTO MARCHIORI |
ETÀ | 44 |
GENERE | DRAMMATICO |
PRODUZIONE | ARTIFICIO |
PRODUTTORE | INDIPENDENTE |
NAZIONALITÀ PRODUTTORE | ITALIANA |
REGIONE CORTOMETRAGGIO | LAZIO |
OPERA PRIMA | NO |
LINGUA ORIGINALE | ITALIANO |
COLORE | COLORI |
SCENEGGIATURA | TERESA LUCENTE, ALBERTO MARCHIORI |
SOGGETTO | TERESA LUCENTE, ALBERTO MARCHIORI |
TEMATICA DEL CORTO | RAZZISMO |
CAST ARTISTICO |
Nome e Cognome – Ruolo
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CAST TECNICO | Nome e Cognome – Ruolo
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SINOSSI | Orlanda vuole regalare alla sua nipotina un paio di scarpette per il saggio di danza. Ma trovarle del colore giusto non è un’impresa facile. |
NOTE |
RECENSIONE DI CATELLO MASULLO: Alberto Marchiori vanta una lunga e premiata carriera nel settore della fotografia cinematografica. Cresciuto in una piccola città del nord Italia, si trasferisce a Roma nel 2001 per studiare come direttore della fotografia e operatore di macchina da presa a Cinecittà. Più di venti anni di esperienza nei reparti di ripresa dei più importanti registi italiani (Garrone, Vicari, Avati, Bellocchio) e con IndigoFilm (produttori di “La Grande Bellezza”) hanno lasciato il segno: ora evidente nel marchio cinematografico di Alberto che fonde l’eccellenza tecnica e abilità artistica intuitiva. Continua a ottenere riconoscimenti per il suo lavoro in tutta Italia e Brasile. Nel 2010 ha vinto il premio per la migliore fotografia al Festival del cinema di Napoli per il suo lavoro in “Velma”, un film di Piero Tomaselli. Il suo lavoro, “The Silence” (2016) diretto da Ali Asgari, è stato incluso nel concorso ufficiale Palma d’Oro al Festival di Cannes. Oltre 50 film realizzati. Il passaggio alla regia, naturale per un maestro come Marchiori, è un saggio di altissima arte di fotografia cinematografica, meglio di “cinematografia”, come dicono correttamente oltre oceano, inteso come vero atto creativo ed autoriale. Già dalla primissima inquadratura, quando vediamo la protagonista, Orlanda, interpretata dalla straordinaria Coco Rebecca Edogamhe, intenta a disfare la valigia, quando si affaccia alla sua stanza la Piccola Elodie, si vede riflessa nello specchio la sola Orlanda e non Elodie (salvo un brevissimo fotogramma quando si lancia nell’abbraccio di saluto). Perché la zia Orlanda e la nipotina Elodie sono come due personaggi in uno, riflesso della stessa persona. Stessa capigliatura, stessa complessità corporea, stesse passioni, stesso sentire. Un mirabile gioco di riflessi, con una scelta stilistica ed espressiva di grande efficacia. La zia si vede riflessa nella nipotina e viceversa. E ancora, la zia, quando dal negozio esce sconfortata per non aver trovato le scarpette color marrone, vede riflessa la sua immagine sulla porta a vetri, dove c’è la foto di una modella (ballerina?) di pelle bianca, e ci ripensa. Combatte per la nipotina, oppure per la affermazione della sua stessa identità, in un sistema in cui non si sente integrata perfettamente, nella condizione di perenne “straniera”, sia nel suo paese, l’Italia, che quello di adozione, l’Inghilterra? Il suo orgoglio la spinge a non voler nascondere quello che è. Lo stesso orgoglio che spinge la nipotina ad indossare le scarpette bianche al saggio finale?
Curiosità: “Colorcarne” è stato selezionato in concorso ai David di Donatello 2024, ed ha vinto il ‘Colosseo d’Oro per il Miglior Cortometraggio’ e il ‘Colosseo d’Argento per la Miglior Interpretazione’ a Coco Rebecca Edogamhe al XV International Fest Roma Film Corto, diretto da Roberto Petrocchi.
VALUTAZIONE SINTETICA: 9
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