Foto del Cinema Airone, opera dell’architetto Adalberto Libera, fonte immagine: ArchiDiAP Sapienza
GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO
Sede nazionale di Italia Nostra
Viale Liegi 33 Roma
EVENTO/CONFERENZA STAMPA
S.O.S. SALE CINEMATOGRAFICHE:
VERSO UN TAVOLO PER SALVARLE
COMUNICATO STAMPA
PREMESSO
- CHE Italia Nostra questo anno celebra 70 anni di impegno per la Tutela del Patrimonio Storico, Artistico, e Naturale della Nazione;
- CHE Italia Nostra, Sezione di Roma, porta avanti da decenni una azione in difesa dell’architettura moderna e contemporanea della nostra città, che rappresenta uno degli elementi cardine della tutela del paesaggio urbano;
- CHE tra i beni di maggior interesse storico-artistico di questo patrimonio, spiccano le sale cinematografiche: nella maggioranza dei casi, autentici manufatti d’autore recanti la firma dei più grandi architetti italiani del secolo scorso; non di rado impreziosite da arredi, dipinti e ornamenti, opera degli artisti più illustri del tempo, quali le sale di Marcello Piacentini, Adalberto Libera, Luigi Moretti, Innocenzo Sabbatini, Riccardo Morandi, uno dei massimi ingegneri strutturisti del XX secolo, studiato e ammirato in tutto il mondo, e tanti altri:
- CHE Italia Nostra Roma, già dal 2019, si è impegnata nella richiesta di Tutela, per il loro interesse storico artistico e ai sensi del diritto d’autore, per alcune sale cinematografiche romane (si veda questo video appello della durata di circa due minuti: https://youtu.be/MT2xqGQ8oho);
- CHE alcuni provvedimenti normativi regionali e comunali in via di approvazione consiliare, quali le modifiche alle NTA del comune di Roma e il progetto di legge 171 del 2024 della regione Lazio – su cui Italia Nostra Roma ha fatto osservazioni puntuali, sia in fase di audizioni che con la trasmissione di specifici documenti ai rispettivi Enti – rischiano di mettere la parola fine alla sopravvivenza di importanti testimonianze della cultura architettonica moderna e contemporanea della capitale: le sale cinematografiche (si vedano le analisi di dettaglio che seguono in appendice, quali parti integranti del presente comunicato);
TUTTO CIO’ PREMESSO
Italia Nostra Roma
- richiede alle soprintendenze, agli enti preposti alla tutela e alle istituzioni tutte, provvedimenti urgenti affinché questi monumenti del Moderno, da centri nevralgici della cultura e della vita cittadina, non si trasformino irrimediabilmente in luoghi simbolo dell’abbandono e del degrado: veri e propri “fantasmi urbani”. Se non vogliamo assistere impotenti alla definitiva cancellazione persino della memoria di questa eredità, è urgente innanzitutto preservare, dunque riscoprire e valorizzare, queste architetture di pregio nella loro integrità, affinché anche le future generazioni possano godere di questo straordinario patrimonio dimenticato del Novecento: opere di architettura di qualità, che sono già opere d’arte, e, dunque, come tali devono essere protette e salvaguardate da manomissioni che le rendano irriconoscibili e dalla distruzione;
- richiede che la Regione Lazio riconsideri il progetto di legge 171 del 2024;
- richiede che la Regione Lazio e Roma Capitale promuovano GLI STATI GENERALI delle sale cinema di Roma, per la realizzazione urgente di un censimento della sale, in uso e in disuso, per l’emanazione di norme di tutela delle sale storiche di particolare pregio storico, artistico, architettonico, con particolare accento alla salvaguardia della integrità architettonica delle sale cinematografiche romane quale patrimonio monumentale del Moderno e preziosa testimonianza della Storia dell’Architettura e della Cultura del Novecento, tutela funzionale da estendere anche alla totalità delle altre sale, per il loro forte valore identitario di aggregazione culturale e sociale, da preservare nei progetti di eventuale riconversione ai fini di una gestione economica sostenibile;
- chiama i cittadini romani ad una mobilitazione.
Redatto e sottoscritto da Italia Nostra Roma
Sottoscritto da:
Stefano Brusadelli, giornalista
Valerio Giuseppe Carocci (Fondazione “Piccolo America”, Cinema Troisi – Roma)
Silvano Curcio, Docente Sapienza Università di Roma
Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Giornalisti cinematografici -SNGCI
Bruno Manfellotto, giornalista
Maurizio Morandi, Docente Università di Firenze
Francesco Palombi, editore
Cristiana Paternò, Presidente Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI
Mauro Perchiazzi, Presidente Confartigianato Cinema Roma/Lazio e Vice Presidente Nazionale Confartigianato Cinema e Audiovisivo
Catello Masullo, presidente Cinecircolo Romano
APPENDICE
Le sale cinematografiche:
un patrimonio in via di estinzione
Alcuni provvedimenti normativi regionali e comunali in via di approvazione consiliare, quali le modifiche alle NTA del comune di Roma e il progetto di legge 171 del 2024 della regione Lazio – su cui Italia Nostra Roma ha fatto osservazioni puntuali sia in fase di audizioni che con la trasmissione di specifici documenti ai rispettivi Enti – rischiano di mettere la parola fine alla sopravvivenza di importanti testimonianze della cultura architettonica moderna e contemporanea della capitale: le sale cinematografiche.
Italia Nostra Roma da anni è impegnata, richiamando l’attenzione delle istituzioni a ciò preposte (MIC, Soprintendenze, Comune), nella difesa di questo importante patrimonio collettivo che oggi più che mai necessita di essere salvaguardato e conservato, laddove ancora possibile, sia perché costituito da soluzioni progettuali “avanzate”, emblematiche per la cultura architettonica ed ingegneristica italiana del XX secolo, sia per il ruolo culturale da esso rivestito nel contesto urbano sia, ancora, per i significati e i valori che tale patrimonio ha rappresentato e ancora rappresenta per le comunità, di quartiere e dell’intera città.
In molti casi si tratta di opere di grandi architetti (quali Marcello Piacentini, Adalberto Libera, Luigi Moretti, Innocenzo Sabbatini) e di uno dei massimi ingegneri strutturisti italiani, Riccardo Morandi, che ha progettato a Roma oltre dieci cinema, di cui purtroppo si è conservato intatto solo il cinema Maestoso.
Molti cinema, infatti, sono stati già oggetto nel tempo, in assenza della necessaria attenzione da parte delle istituzioni preposte alla loro tutela, di manomissioni e persino demolizioni motivate da interessi speculativi laddove evidente era, invece, l’interesse culturale alla loro conservazione.
Oggi il rischio di perdere irrimediabilmente tali importanti testimonianze culturali è concreto ed attuale stanti i due provvedimenti normativi a cui si è accennato, provvedimenti che estendendo in maniera distorta la normativa sulla “rigenerazione urbana” (finalizzata dalla legge 7 del 2017 ai contesti degradati) consentirebbero, al di fuori della normativa e delle regole urbanistiche vigenti, modifiche di destinazioni d’uso, pesanti ristrutturazioni e perfino la demolizione e ricostruzione con premialità volumetrica di un patrimonio edilizio storicizzato e di architetture di qualità in ambiti di città storica o consolidata, dove la normativa attuativa del vigente PRG non consentirebbe, perché ne prevede la salvaguardia, interventi edilizi di tale natura.
L’ultima aggressione, in ordine di tempo, è rappresentata dalla proposta di legge n. 171 del 9 agosto 2024 – titolata “semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio”, adottata dalla giunta regionale con deliberazione n. 668 del 9 agosto 2024 e ora passata all’esame del Consiglio regionale – che modifica normative esistenti e introduce nuove disposizioni “per migliorare l’efficienza amministrativa e incentivare interventi edilizi”.
Si tratta di un provvedimento legislativo omnibus, nel solco di non apprezzabili tecniche di legistica (compresa l’interpretazione autentica di norme vigenti) motivata dalla proclamata necessità di semplificazioni e incentivazioni che – come ha avuto modo di osservare Italia Nostra Roma – si pone in contrasto con ogni principio di pianificazione e ordinato governo del territorio e che invece di avere come obiettivo l’interesse pubblico, da perseguirsi nel rispetto di principi condivisi, consente al contrario lo scardinamento di ogni regola di controllo democratico delle scelte delle amministrazioni, introducendo disparità di trattamento tra i cittadini e risultando di assai dubbia legittimità costituzionale. Diverse sono infatti nel testo di legge le previsioni normative che inficiano o affievoliscono la portata e gli obiettivi degli strumenti urbanistici e della legislazione di tutela posti a salvaguardia del patrimonio edilizio esistente e del patrimonio culturale e paesaggistico.
In particolare, per quel che qui interessa, la nuova normativa:
consente, per i cinema chiusi da almeno 10 anni (o dopo 15 anni di chiusura continuativa se chiusi successivamente all’entrata in vigore della legge), interventi di ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione “per l’introduzione di cambi di destinazione d’uso finalizzati alla completa riconversione funzionale, verso le destinazioni consentite dalle norme dello strumento urbanistico comunale”, lasciando solo come mera ipotesi il caso che “ venga mantenuto alla destinazione originaria almeno il 30 per cento della superficie lorda esistente” con la concessione di un incremento di superficie.
Quindi mentre oggi si dà la possibilità ai proprietari dei cinema e affini di rilanciare le attività culturali con ristrutturazioni che ne permettono un ampliamento e l’inserimento di attività commerciali limitate al 30% della superficie, proprio per evitare operazioni speculative, se sarà approvata la legge si consentirà di trasformare i cinema e i centri polivalenti già chiusi in tutt’altro, premiando con cubature extra chi deciderà di mantenere almeno il 30% della destinazione culturale.
Ma la legge in via di approvazione si occupa anche dei cinema e dei teatri ancora in attività, consentendo, “per la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale” o “per realizzare nuove sale e nuovi centri culturali polifunzionali”, la “rifunzionalizzazione”, che permette, insieme agli spazi culturali, “di destinare fino al 50 per cento della superficie di progetto ad attività commerciali, quali bar, ristoranti, tavole calde, sale da thè, librerie, palestre ed attività ad esse assimilabili”, attività che per la legge oggi vigente devono rientrare nel 35% della superficie. Anzi, “previa sottoscrizione di accordo di programma”, si può arrivare a “una superficie superiore al 50 per cento”.
Un grave e concreto danno per il nostro patrimonio culturale e per il tessuto urbano storico di Roma e di molti centri storici del Lazio rispetto al quale occorre sensibilizzare la collettività, le Istituzioni e il settore cinematografico affinché non vengano cancellate tracce significative della memoria collettiva.
Associazione Italia Nostra – sezione di Roma