Foto di Catello Masullo, da sx: moderatore, il regista James Mangold, Timothée Chalamet, Edward Norton, Monica Barbaro
A Complete Unknown, recensione di Catello Masullo
credits E SINOSSI: Cinematografo.it e AntonioGenna.net
A Complete Unknown
USA 2024
Sinossi: New York, primi anni ’60. Sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota arriva nel West Village con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana. Mentre stringe i suoi legami più profondi durante l’ascesa verso la fama, cresce la sua irrequietezza nei confronti del movimento folk e, rifiutando di essere etichettato, compie una scelta controversa che risuona culturalmente in tutto il mondo. L’elettrizzante storia vera dietro l’ascesa di uno dei cantautori più iconici della storia: Bob Dylan.
Regia: James Mangold
Attori:
PERSONAGGI | INTERPRETI | DOPPIATORI |
BOB DYLAN | Timothée Chalamet | ALEX POLIDORI |
PETE SEEGER | Edward Norton | MASSIMILIANO MANFREDI |
SYLVIE RUSSO | Elle Fanning | MARGHERITA DE RISI |
JOAN BAEZ | Monica Barbaro | LUDOVICA BEBI |
JOHNNY CASH | Boyd Holbrook | ANDREA METE |
ALBERT GROSSMAN | Dan Fogler | NANNI BALDINI |
ALAN LOMAX | Norbert Leo Butz | FABRIZIO VIDALE |
TOSHI SEEGER | Eriko Hatsune | |
JESSE MOFFETTE | Big Bill Morganfield | DARIO OPPIDO |
BOB NEUWIRTH | Will Harrison | ANDREA DI MAGGIO |
WOODY GUTHRIE | Scoot McNairy | |
HAROLD LEVENTHAL | P.J. Byrne | MASSIMO DE AMBROSIS |
THEODORE BIKEL | Michael Chernus | |
AL KOOPER | Charlie Tahan | |
MARK SPOELSTRA | Ryan Harris Brown | |
MIKE BLOOMFIELD | Eli Brown | |
PETER YARROW | Nick Pupo | |
BECKA | Laura Kariuki | |
PAUL STOOKEY | Stephen Carter Carlsen | |
TOM WILSON | Eric Berryman | |
JOHN HAMMOND | David Alan Basche | |
DAVE VON RONK | Joe Tippett | |
GERDES M.C. | James Austin Johnson | |
MARIA MULDAUR | Kayli Carter | |
BARBARA DANE | Sarah King | |
GENA RUSSO | Alaina Surgener | FRANCESCA ROVARIS |
JOE BOYD | Will Price |
Sceneggiatura: Jay Cocks, James Mangold
Fotografia: Phedon Papamichael
Scenografia: François Audouy
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO
Tratto da: libro “Dylan Goes Electric!” di Elijah Wald
Produzione: MICHAEL BEDERMAN, FRED BERGER, BOB BOOKMAN, TIMOTHÉE CHALAMET, ALAN GASMER, ALEX HEINEMAN, PETER JAYSEN, BRIAN KAVANAUGH-JONES, JAMES MANGOLD, ANDREW RONA, JEFF ROSEN
Distribuzione: SEARCHLIGHT PICTURES
Data uscita: 2025-01-23
recensione di Catello Masullo: “
Bob Dylan, nato Robert Allen Zimmerman (Duluth, 24 maggio 1941), è un’icona, una delle più importanti figure a livello internazionale in campo musicale, in quello della cultura di massa e in quello della letteratura. Ha cambiato la grammatica e la sintassi di varie discipline, con innovazioni geniali. Ha ideato il folk-rock , ha scritto e interpretato il primo singolo di successo ad avere una durata non commerciale (gli oltre 6 minuti della famosa Like a Rolling Stone, 1965) e il primo album doppio della storia del rock (Blonde on Blonde, 1966). Il video promozionale del brano Subterranean Homesick Blues (1965) è considerato il primo videoclip in assoluto. L’album Great White Wonder (1969) ha lanciato il fenomeno dei bootleg,[22] mentre la tripla antologia Biograph (1985) è considerata uno dei capostipiti dei cofanetti. Una carriera straordinaria che dura da 66 anni ed è tutt’ora in corso, 78 album pubblicati, gli hanno fatto attribuire un incredibile numero di premi, tra i quali dieci Grammy Award, il Polar Music Prize nel 2000, il Premio Oscar nel 2001 (per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del film Wonder Boys), il Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009, la Presidential Medal of Freedom nel 2012 e la Legione d’Onore nel 2013. Il 13 ottobre 2016 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, unico cantautore della storia, e non è andato a ritirarlo. La rivista Rolling Stone lo inserì al secondo posto nella lista dei 100 miglior artisti, al settimo in quella dei 100 migliori cantanti e, nel 2015, al primo in quella dei 100 migliori cantautori. Una storia da far tremare le vene ai polsi a chiunque a raccontarla e ad interpretarla. Non è stato così per James Mangold dietro la macchina da presa e per Timothée Chalamet davanti alla stessa. Mangold, 61 anni, 13 film diretti, quasi tutti blockbusters e altri 3 in arrivo, 13 premi a 43 nominations, di cui 5 ai premi Oscar, è un campione assoluto, e si era già cimentato con biopic di star della musica, con “Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line”, del 2005, sul cantautore Johnny Cash (contemporaneo di Bob Dylan e con un ruolo decisivo anche in questo suo ultimo film). Chalamet, 29 anni, 36 film interpretati, 51 premi e 151 nominations di cui 2 ai premi Oscar, tra i giovani attori è quello che Jannik Sinner è tra i tennisti: il numero uno. Entrambi, Mangold e Chalamet non hanno mai sbagliato un film, e questo che hanno fatto assieme è il loro capolavoro assoluto. La musica, linguaggio universale, arriva come un dardo a trafiggere le corde più profonde dell’anima. Il duetto improvvisato tra Timothée Chalamet/Bob Dylan e Monica Barbaro/Joan Baez di “Blowing in the wind” è tra le scene più irresistibili degli ultimi decenni. È assolutamente strabiliante come Chalamet, dopo 5 anni e mezzo di preparazione (esempio raro di dedizione alla profesisone), sia stato capace di cantare e suonare (in modo sublimemente credibile e emozionante), incidendoli dal vivo, 40 brani eterni di Dylan che hanno fatto la storia della musica, della letteratura, della politica e dello spettacolo. E che Edward Norton/Pete Seeger sia così bravo a suonare il banjo e a cantare, così come Monica Barbaro/Joan Baez e Boyd Holbrook/Johnny Cash. Tutto è perfetto. Insuperabili i piani di ascolto. Edward Norton, quando porta a casa sua Timothée Chalamet, dopo il primo incontro in ospedale, la mattina a colazione, mentre ascolta un suo brano alla chitarra ha uno sguardo con un fondo di sorpresa e di ammirazione, ma anche con una venatura di inquietudine e preoccupazione, come se stesse vedendo chi potenzialmente lo avrebbe potuto rimpiazzare velocemente. Elle Fanning/Sylvie Russo ha uno sguardo estasiato e adorante, mentre sente il suo amato Bob esibirsi, ma con una venatura, progressivamente più pronunciata, mano a mano che l’ovazione del pubblico monta, di terrore di perdere quella intensa relazione amorosa, che sta per essere travolta e macinata dall’impressionante successo di Dylan. Dialoghi formidabili e fulminanti: “Sei Dio, Bob?/Lo devo ripetere? Si!” (Elle Fanning/Sylvie Russo e Timothée Chalamet/Bob Dylan). “Le tue canzoni sono come i quadri del dentista !/Lo sai che sei uno stronzo, Bob?/si, lo so! (Timothée Chalamet/Bob Dylan e Monica Barbaro/Joan Baez). “Io ti amo. Ti spaventa questo?/ Ti conosco da poco, quindi, si! (la giovane amante di colore e Timothée Chalamet/Bob Dylan). “Tutti mi chiedono da dove vengono le canzoni. Ma quando li vedo, capisco che si chiedono perché non sono venute a loro!” (Timothée Chalamet/Bob Dylan a Elle Fanning/Sylvie Russo). Mangold ha fatto un lungo e minuzioso lavoro di preparazione. Ha letto le tante cose che sono state scritte e che sono anche contraddittorie. Si è confrontato direttamente con Bob Dylan. Il risultato è prodigioso. Il film riesce a cogliere le vibrazioni aurorali dei protagonisti per le strade e nei piccoli studi di registrazione prima che diventassero famosi. Con tutte le imperfezioni del reale. Joan Baez scrisse che se provi a fare una cosa perfetta, gli togli la parte interessante. L’aspetto esteriore dei protagonisti è strabiliante. Ma è prodigioso l’equilibrio tra l’aspetto esteriore e quello interiore degli stessi, che il film è stato capace di costruire. Mangold riesce nel miracolo di restituirci la magia del Dylan ventenne e di tutto quello e quelli che gli ruotavano intorno, E di un pubblico che, allora, chiedeva di essere sorpreso, a differenza di quello di oggi che tende più a chiedere di essere narcotizzato. Capolavoro imperdibile.
Curiosità: Il caro amico Alfredo Ancora, valentissimo psichiatra transculturale, mi ha fatto notare che uno dei personaggi di A COMPLETE UNKNOWN, è l’etnomusicologo americano Alan Lomax (interpretato da Norbert Leo Butz), collaboratore dell’italiano Diego Carpitella, il fondatore della etnomusicologia in Italia (da Alfredo Ancora “I Costruttori di trappole del vento”) (si veda su questa stessa testata giornalistica: https://www.cinecircoloromano.it/2025/01/qui-cinema-gennaio-2025/uno-dei-personaggi-di-a-complete-unknown-biografia-di-bob-dylan-e-letnomusicologo-americano-alan-lomax-collaboratore-dellitaliano-diego-carpitella-il-fondatore-della-etnomusicologia-in-italia/ )
Curiosità 2: Edward Norton ha dichiarato che Bob Dylan, dopo aver letto e approvato la sceneggiatura, avendola giudicata molto aderente alla storia reale, ha chiesto a Mangold di aggiungere una scena completamente inventata. Chissà se lo ha fatto.
Valutazione sintetica: 9