L’abbaglio, recensione di Catello Masullo

L’abbaglio, recensione di Catello Masullo

 

credits E SINOSSI: Cinematografo.it

 

L’abbaglio

ITALIA 2025

Sinossi: 1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

Regia: Roberto Andò

Attori: Toni Servillo – Vincenzo Giordano Orsini, Salvo Ficarra – Domenico Tricò, Valentino Picone – Rosario Spitale, Tommaso Ragno – Giuseppe Garibaldi, Giulia AndòPascal GreggoryLeonardo MalteseAndrea GherpelliDaniele GonciarukGiulia LazzariniFilippo LunaVincenzo Pirrotta

Soggetto: Roberto AndòUgo ChitiMassimo Gaudioso

Sceneggiatura: Roberto AndòUgo ChitiMassimo Gaudioso

Fotografia: Maurizio Calvesi

Musiche: Michele BragaEmanuele Bossi

Montaggio: Esmeralda Calabria

Scenografia: Giada Calabria

Colore: C

Genere: STORICO

Produzione: ATTILIO DE RAZZA E ANGELO BARBAGALLO PER BIBI FILM, TRAMP LIMITED, MEDUSA FILM, RAI CINEMA IN COLLABORAZIONE CON NETFLIX

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2025-01-16

 

recensione di Catello Masullo: “

“Squadra che vince non si cambia”, dice la saggezza popolare. Ed in effetti, rispetto a “La Stranezza”, del 2022, che ha avuto uno straordinario successo, c’è lo stesso regista, Roberto Andò, e gli stessi attori protagonisti, Toni Servillo, Valentino Picone, Salvo Ficarra e Giulia Andò (la quale non recita per nepotismo, essendo la figlia del regista, ma perché è molto brava, oltre che molto bella). Condizione, quella di non cambiare squadra, né necessaria, né sufficiente per ottenere un film di buona qualità. Ma Andò azzecca sempre le sue opere. E “L’Abbaglio” non è da meno dei suoi precedenti sempre eccellenti film. Il primo merito è la originalità. La storia del diversivo escogitato da Garibaldi per ingannare il soverchiante esercito borbonico è poco o per niente conosciuta. Ma i meriti sono tanti e stratificati. A cominciare dalla sontuosa confezione con una ricostruzione storica filologica di grande cura e impatto. Recitazioni di livello eccellente. Un Toni Servillo inarrivabile, che nella sua interpretazione del Generale Orsini costruisce l’ennesimo capolavoro, con la sua misurata e lucida malinconia è l’incarnazione della coscienza critica. Ficarra e Picone, fantastici, sono simbolo del carattere archetipale dell’italiano, misto complesso di eroismo e cialtroneria, dedizione e codardia. Sono (anche) loro gli abbagli storici e umani nel loro eroismo involontario, che richiama e omaggia l’Alberto Sordi ed il Vittorio Gassmann de “La Grande Guerra” di Monicelli (1959). Giulia Andò abbacina lo schermo con i suoi occhi irresistibili. Dialoghi superbi, che recitano di allora e parlano di oggi. “Perché ce l’hanno tanto con voi? / Perché non sono come loro. / Non come loro? / Si, sono un uomo libero e mi batto sempre per la libertà!” (Tommaso Ragno/Garibaldi e Toni Servillo /Orsini). “Colonnello ma perché si parla così male dei siciliani? Da quando siamo arrivati sono tutti così gentili ed accoglienti. / I siciliani hanno perso ogni speranza e non credono più a niente… Ogni volta che hanno provato a cambiare le cose sono stati repressi nel sangue. / Da chi? / Da chi li domina, l’aristocrazia più corrotta e ignorante d’Europa… voi avete la fortuna di essere giovane e di avere la voglia di combattere, tenetevela stretta questa convinzione di poter cambiare il mondo”. (Leonardo Maltese/Ragusin e Toni Servillo /Orsini). Povera Italia, che abbaglio!” (Toni Servillo /Orsini a Salvo Ficarra/Domenico Tricò e a Valentino Picone/Rosario Spitale). Ma è anche un avvincente e riuscito film di avventura, con la struttura dei migliori western (con un omaggio ai più grandi western della storia del cinema, quelli di Sergio leone, con i mitici primi piani ravvicinatissimi: magistrale quello pupillare su Toni Servillo, come espediente per fare un salto di 20 anni e precipitare lo spettatore nell’epilogo, davvero strepitoso). Una avventura umana, rispetto a quel sentimento di illusione che fa muovere il mondo attraverso le idee e gli ideali. Ma anche sul mancato rispetto delle promesse e delle prospettive e sulla disillusione. L’abbaglio che molti ingannò in quella circostanza e che ancora ci capita di provare e che, probabilmente continueremo ad avere anche nel futuro. Parafrasando l’ Humphrey Bogart de “L’ultima minaccia” (Deadline – U.S.A.) del 1952 diretto da Richard Brooks, si potrebbe concludere, rivolti allo spettatore: “È la natura umana, bellezza, e tu non ci puoi far niente, niente!”

 

Curiosità, ho chiesto al regista ed agli attori: “Roberto, non hai mai sbagliato un film e anche “L’Abbaglio” non fa eccezione. I tuoi film storici hanno sempre un significativo riferimento alla realtà attuale del paese. Cosa ci dice questo film sull’oggi dell’Italia? E, curiosità, perché hai scelto Picone per il ruolo del baro e Ficarra per quello del contadino, sembrando sulla carta più credibile il contrario? E a Ficarra e Picone, quando vi decidere di eliminare la congiunzione tra i vostri cognomi e farvi chiamare semplicemente “Ficarra Picone”, come una entità unica e inscindibile come venite percepiti, caso unico di gemelli siamesi eterozigoti? Avete dichiarato che il regista vi ha costretto ad una preparazione molto dura di sei mesi per fare questo film, Picone ad una scuola di bari (non in puglia, ma dove si impara a imbrogliare) e Ficarra a zappare la terra. Come è stata questa esperienza per voi? Sono particolarmente interessato ai dettagli sui sei mesi di Ficarra ad usare la zappa…”. Le risposte. Per prima a caldo quella di Ficarra: “Manteniamo la & commerciale, per fare capire che è solo un rapporto commerciale. Per la zappa, in effetti adesso faccio dei pomodori straordinari, se qualcuno vuole approfittare… Forse il Maestro ha voluto indicarmi la strada per il futuro… sicuramente per il caso di Picone con un messaggio subliminale ha voluto indicare che è in effetti un truffatore… e comunque noi ci dobbiamo dividere. Lui sa cose di me e io so cose di lui, ci reggiamo sul ricatto, come è normale, una cosa tipica italiana…poi adesso il Maestro ci dirà cosa dice il film dell’Italia di oggi. Ci dirà che l’unità non è stata ancora fatta. Quando andiamo a votare rendiamocene conto che c’è ancora tanto da fare. Quando vi vengono a dire, a volte anche in modo sprezzante, vi diamo 30 euro per il voto, rifiutate. Perché meno di 50 euro il voto non lo date…Ci vogliono dei valori. Bisogna dare il giusto valore!”… La risposta di Roberto Andò, il regista: “Voi avete visto il film. È un periodo in cui ideali fortissimi, che sono stati la direttrice per grandi cambiamenti anche nell’Italia di oggi, si sono scontrati contro compromessi ed anche contro corpi estranei. La stessa figura di Garibaldi è molto interessante. Una figura pubblica, di tipo moderno, che dialoga con le masse direttamente, che ha uno scrittore come Alexandre Dumas che gli fa da press agent ed al quale chiederà di scrivere la sua biografia. Ci sono molti elementi moderni. Questo senso di disillusione, rispetto alle finalità che si erano poste Mazzini, Garibaldi e tutti gli uomini più importanti di quel movimento. Spero che il film vi abbia dato spunti di riflessione, ma soprattutto che vi abbia avvinti come film, come avventura, come storia di persone. Questo è lo scopo del film”.

 

Valutazione sintetica: 8