Sei fratelli, recensione di Catello Masullo
credits E SINOSSI: Cinematografo.it
Sei fratelli
ITALIA 2024
Sinossi: Marco, Guido, Leo, Luisa, Gaelle e Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante. Quando quest’ultimo viene a mancare, si ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile.
Regia: Simone Godano
Attori: Riccardo Scamarcio – Marco, Adriano Giannini – Guido, Gabriel Montesi – Leo, Valentina Bellè – Luisa, Claire Roman – Gaelle, Mati Galey – Mattia, Linda Caridi – Giorgia, Judith El Zein – Nadine, Imma Villa – Patrizia, Antonella Ponziani – Marinella, Gioele Dix – Manfredi
Sceneggiatura: Luca Infascelli, Simone Godano
Fotografia: Guillaume Deffontaines
Musiche: Federico Albanese
Montaggio: Gianni Vezzosi
Scenografia: Alessandro Vannucci
Durata: 103
Colore: C
Genere: COMMEDIA AGRO-DOLCE
Produzione: MATTEO ROVERE PER GROENLANDIA
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2024-05-01
recensione di Catello Masullo: “
Simone Godano si presenta con un curriculum di tutto rispetto: “Moglie e Marito” (2017), “Croce e delizia” (2019), “Marilyn ha gli occhi neri” (2021). Lecite quindi aspettative elevate per questo quarto film, “Sei Fratelli”. Si presenta come una commedia agrodolce corale con chiari riferimenti alla grande commedia all’italiana, che fa ridere e fa pensare e che ricorre, quasi sempre, all’ingrediente segreto di sapidità e di senso: un pizzico di cattiveria ben dosata ed assestata. La commedia, piano piano emerge, si insinua, e il “dolce” finisce con il prevalere sull’ “agro”. Nel finale è preponderante l’elemento ludico, a rappresentare la voglia dei sei fratelli di riconquistare la loro dimensione infantile. Fino a recuperare rapporti pure tra chi non si parla da 15 anni (Riccardo Scamarcio e Gabriel Montesi). Godano dirige alla grande una squadra di attori in eccellente stato di forma. Dialoghi ben scritti e densi di senso. Confezione generale di livello, impreziosita da collaborazioni d’oltralpe di nota (inspiegabilmente non giustificate da una co-produzione con la Francia).
Curiosità, ho chiesto al regista: “Simone, la cifra originale di questo film è anche nella precisa caratterizzazione dei personaggi anche dal punto di vista sociale. Si trovano in Francia, a Bordeaux, in una Città per loro straniera e prendono sempre i mezzi pubblici per spostarsi e non i taxi come si fa quando ci si muove in una città che non si conosce. Era questo l’intento in scrittura? Ed ancora, come spesso succede ai funerali, scoppia imperioso il desiderio sessuale, questa volta in due coppie occasionali, è perché, come si dice, l’impulso deriva dall’istinto di volersi sentire vivi quando un tuo caro è invece trapassato?”. La risposta di Simone Godano: “i mezzi pubblici è anche una scelta visiva. Arrivando a Bordeaux, uno dei porti più belli del mondo. La seconda domanda non so se Adriano mi voglia venire in soccorso (“anche no!”, si schernisce Adriano Giannini). Un padre mancato. Una figura molto carismatica. Ne conosco tante. Non è tanto il dolore di aver avuto poco tempo a disposizione, ma del fatto di aver avuto un padre affascinante e non averlo goduto abbastanza. Il ruolo del cattivo tutti lo vorrebbero avere. È un conflitto continuo e costante. Che vada ad una scena sessuale… in un film corale una bella scena di sesso ci sta. Diciamo così. Sul cast mi sono voluto circondare di questi attori. Poche prove. Avere in testa bene il personaggio. Lasciarsi sorprendere da quello che succede nel set. Dove con le scene troppo preparate poteva venire un film freddo. Ho bisogno di emozioni. 8 settimane di riprese. Là lo devi trovare il film. È la cosa che mi piace di più fare. Riccardo mi chiamava Nanni, dicendo che giravo tanto… cercavo di girare, cogliere, cogliere, cercando di non ritornare troppo. Ma chi aveva un dubbio, chi altro…”
Curiosità 2: La “mossa alla Kansas City” è un omaggio ad Alberto Sordi?
FRASI DAL CINEMA: “Il tempo è un’illusione. Non mi ricordo chi lo ha detto. ma mi voglio convincere che sia vero. E, se è un’illusione, allora non esiste. E quindi non ha fine.”. (Gioele Dix, fuori campo, ad esergo iniziale).
“Mi piace recitare Garcia Marquez, ti amo non per chi tu sei, ma per chi sono io quando sto con te” (Riccardo Scamarcio commemora la morte del padre).
La Sonata 27 in Re minore di Scarlatti è dedicata dal figlio 17enne al padre defunto).
“La sola vittoria contro l’amore è la fuga! / Bella questa! Ghandi? / Napoleone! Coglione!”. (Adriano Giannini e Riccardo Scamarcio”.
“Nella nostra famiglia, se litighi con qualcuno e poi ci fai pace, ti chiama un altro incazzato perché voleva che continuassi a litigarci!” (Gabriel Montesi a Valentina Bellè).
Sei diventato socialista? / No, ipocondriaco!”. (Linda Caridi e Gabriel Montesi)
“L’hai vista mia madre, no? È stata il mio miglior genitore!”. (Gabriel Montesi a Linda Caridi).
Valutazione sintetica: 7.5