La vita da grandi, recensione di Catello Masullo

La vita da grandi, recensione di Catello Masullo

credits E SINOSSI: Cinematografo.it

 

La vita da grandi

ITALIA 2025

Sinossi: Irene vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso. Ma perché tutte queste cose accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.

Regia: Greta Scarano

Attori: Matilda De AngelisYuri TuciMaria Amelia Monti

Sceneggiatura: Greta ScaranoSofia AssirelliTieta MadiaChiara Barzini

Colore: C

Produzione: MATTEO ROVERE, GROENLANDIA, HALONG, RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2025-04-03

 

recensione di Catello Masullo: “

Opera di esordio alla regia della brava attrice Greta Scarano. Fulminante, come lo era stata la sua prima regia, del corto “Feliz Navidad”, del 2022. Il film è ispirato dal libro “Mia sorella mi rompe le balle”, Ed. Mondadori, scritto a quattro mani dai fratelli Damiano e Margherita Tercon e racconta la loro vera vicenda. “Sono il tuo fratello maggiore… ma mi sono sempre sentito inferiore”, dice Yuri Tuci a Matilda De Angelis, esprimendo tutto il dramma di questa esistenza minata dall’autismo del fratello maggiore. Greta Scarano dirige attori fantastici. Ha voluto affidare la parte del protagonista ad un vero attore, Yuri Tuci, che è anche un vero autistico. Una sfida assolutamente vincente. Anche per la protagonista, una sempre più impeccabile Matilda De Angelis, la quale per rapportarsi al suo partner ha dovuto necessariamente mettersi su un piano di ascolto attento, che ha fornito una eccezionale autenticità al film. Una storia toccante, coinvolgente, travolgente. Raccontata con infinita delicatezza e grande maestria, rifuggendo il ricatto emotivo con tanta empatia, rispetto ed attenzione. Ma anche apprezzabile ironia e leggerezza. Di grande interesse e originalità l’approfondimento del ruolo della sorella della persona autistica, che in famiglia finisce per essere “trasparente” (sono infatti definite “persone di vetro”  o “siblings” dagli studiosi della materia) all’attenzione dei genitori, tutta concentrata sulla persona più fragile. Meravigliosa la chiusura, nello scambio di battute tra fratello e sorella che significa tutto il film: “Irene, secondo te ce l’ho fatta? / Al provino? / No, a diventare adulto. / Non lo so. Forse neanche io so se ce l’ho fatta a diventare adulta. Ma, come dici tu, se non ce l’abbiamo fatta, ci riproveremo ancora per 100 anni, fino a quando verrà la nostra occasione!”. Imperdibile.  

 

Curiosità: ho chiesto alla regista: “Greta, si dice che esordire alla regia sia complicatissimo. Dappertutto, ma soprattutto in Italia. Forse per te è stato meno complicato, vista la notorietà e la esperienza da attrice, e visto il biglietto da visita con la precedente regia di un corto fulminante. Che viene confermato con questo primo lungometraggio. Come è stata l’avventura produttiva con Matteo Garrone che da poco ha ritirato un premio come miglior produttore di opere prime e che conferma una grande sensibilità verso gli esordienti?”. La risposta di Greta Scarano: “Grazie mille: è stato molto complesso questo viaggio. Non mi sono mai sentita sola. La differenza tra fare l’attrice e la regista, questa storia la sento nel cuore vado da persone che mi possono aiutare a proteggerla. Sto in ascolto. Mi scelgo collaboratori che ritengo più bravi di me. Era possibile deragliare. Se non è successo è solo stato merito loro. Margherita è l’altra madre del film. Matteo è stato un padre. Mi ha spinto ad andare su Yuri. Ho avuto un colpo di fulmine, come su Yuri, Matteo mi ha incoraggiata e spinta. Questioni burocratiche ci hanno fatto rischiare di perdere Yuri. Devo ringraziare Groenlandia per questo. Le mie due meravigliose sceneggiatrici, aiutate da Damiano e Margherita e con questa direzione mi hanno fatto tenere la barra dritta. Ho avuto il set che ho desiderato, le esperienze più belle che ho mai avuto. Sono state 6 settimane straordinarie, ho potuto collaborare con le persone che volevo. Ci sono tante cose di Matilda. Di Margherita. Di Matteo. Che mi hanno illuminato il cammino”.

Valutazione sintetica: 8