Lumière – L’avventura del cinema, recensione di Catello Masullo

Lumière – L’avventura del cinema, recensione di Catello Masullo

credits E SINOSSI: Cinematografo.it

 

Lumière – L’avventura del cinema

Lumière, le cinéma!

FRANCIA 2024

Sinossi: Il seguito di “Lumière! L’invenzione del cinematografo” ospita circa cento film dei Lumière, tutti perfettamente restaurati. Questo nuovo lungometraggio, dopo il grande successo del suo predecessore, conferma al pubblico di tutto il mondo che alla base delle più belle opere della storia del cinema ci sono le sue origini, profondamente francesi e, allo stesso tempo, internazionali. La colonna sonora è tratta da opere del compositore Gabriel Fauré, contemporaneo dei fratelli Lumière. Il film è ideato e narrato da Thierry Frémaux, direttore generale dell’Institut Lumière.

Regia: Thierry Frémaux

Attori: Valerio Mastandrea – Voce narrante

Durata: 105

Colore: C

Produzione: CENTRE NATIONAL DE LA CINÉMATOGRAPHIE

Distribuzione: CINETECA DI BOLOGNA IN COLLABORAZIONE CON LUCKY RED

Data uscita: 2025-04-03

NOTE

– PRESENTATO IN ‘SPECIAL SCREENING’ ALLA 19. FESTA DEL CINEMA DI ROMA (2024).

 

recensione di Catello Masullo: “

Il 65enne Thierry Frémaux appartiene alla categoria dei critici cinematografici. Ma, anche, soprattutto, a quelli degli studiosi di cinema. Formatosi collaborando, dapprima come volontario, alla realizzazione dell’Istituto Lumière, diventandone dipendente nel 1989 su proposta di Bernard Chardère. Nel 1997 venne nominato Direttore Artistico insieme al Presidente Bertrand Tavernier. Insieme organizzarono il centenario del cinema nel 1995 e il restauro di film dei fratelli Lumière. Dopo aver declinato l’offerta, nel 1999, di dirigere la Cinémathèque Française, venne nominato Delegato Generale del Festival di Cannes nel 2001, come successore di Gilles Jacob. A buon diritto si può definire il più grande esperto del cinema dei fratelli Lumière. E, quindi, di cinema. Perché il cinema viene tutto da lì. Dai Lumière. È pur vero che all’invenzione, o meglio alle invenzioni, delle immagini in movimento ci si è arrivati per gradi. A partire dall’elementare zootropio del cinese Ting Huan del 180 a.C., al “fucile fotografico” di Etienne-Jules Marey del 1882, alle prime riprese di Louis Aimé Augustin Le Prince del 1888, al Kinetoscopio di Thomas Edison del 1889. Ma il cinema vero, quello che ha generato tutto il cinema successivo, è quello dei mitici fratelli Lumière. Che devono la intuizione a loro padre, il geniale capitano d’industria Antoine, che, come ci racconta magnificamente questo film, alla fine del 1894 si imbatté nella invenzione di Edison e si disse: “bisogna far uscire l’immagine dalla scatola e proiettarla al pubblico su un grande schermo. Torno a Lione, i miei figli sapranno come fare!”. E lo hanno saputo fare, eccome. Quando Louis Lumière inaugura la sua cinepresa, nel marzo 1895, come ci dice Frémaux, “è l’ultimo inventore, ma è il primo dei cineasti”. Girerà nei successivi 10 anni, da operatore, da regista, da cineasta, direttamente, o tramite decine di operatori da lui formati all’uopo, più di duemila piccoli film da 50 secondi ciascuno (la durata consentita dalle bobine di pellicola di allora), tutti in piano sequenza. Rivoluzionando per sempre la storia dell’umanità. Inviando i suoi operatori in tutte le parti del mondo a riprendere immagini mai viste. Mostrando quelle di New York a Mosca, quelle di Venezia a Parigi, quelle dell’oriente in occidente, e vice versa. Ma anche inventando i generi. Dal primo film comico della storia del cinema, “L’arroseur arrosé”, tra quelli mostrati nella prima storica, mitica proiezione pubblica a pagamento del 28 dicembre 1895, al Salon Indien del Grand Café di Boulevard des Capucines a Parigi, al cinema storico in costume, alla farsa, al dramma, ecc. La frase di esergo finale è di quella da scolpire su pietra: “Il Cinema ha dominato il XX secolo. Cosa diventerà nel suo secondo centenario? Celebrarne la memoria significa prendersene cura. Proteggere il suo futuro è prendersi cura di noi stessi!”. “Lumière, le cinéma!”, mi piace chiamare questo film con il suo titolo originale, con tanto di punto esclamativo, è il film dei film. Il più bello che mi sia mai capitato di vedere. L’unico che classifico 10 E LODE. Nello splendore inimmaginabile e abbacinante delle immagini restaurate in 4K da “Il Cinema Ritrovato” di Bologna, eccellenza mondiale del settore, nella modernità folgorante e nella sapienza che è stata maestra, consapevole o inconsapevole, di tutti i cineasti a venire, nessuno escluso, è il più grande e compiuto inno all’arte cinematografica mai mostrato. Onore al merito del genio di Louis Lumière e dei suoi straordinari operatori giramondo: Alexandre Promio, Gabriel Veyre, Constant Girel, Felix Mesguich, Charles Moisson, e: Francesco Felicetti, Emile Lavenchy, Georges Hatot, Gaston Breteau, Jan Krizenecky, Giuseppe Filippi, Gaston Velle. E onore al merito di Thierry Frémaux che ha saputo, con occhio senza pari, scegliere tra gli oltre duemila film le 120 vedute più significative e paradigmatiche, che ci regala con questo imperdibile film.

Valutazione sintetica: 10 E LODE